A Beautiful Day al cinema con il “dolce” reduce Joaquin Phoenix

In sala dal 1° maggio, l’attore e la regista presentano il film. Protagonista un ex marine che combina in egual misura violenza e tenerezza

A Beautiful Day è la storia di un incontro, protagonista un tenero e violento Joaquin Phoenix, al cinema dal 1° maggio

A Beautiful Day sarà in sala il 1° maggio ed è stato presentato a Roma dal suo protagonista Joaquin Phoenix e dalla regista Lynne Ramsay. A Beautiful Day, presentato all’ultimo festival di Cannes, dove ha ottenuto il premio per il miglior film e sceneggiatura. 

A Beautiful Day racconta di Joe, un reduce che si guadagna da vivere facendo il sicario e andando alla ricerca di ragazze scomparse. In uno dei suoi casi, Joe deve salvare Nina, la figlia del senatore Albert Votto. Quest’incontro gli cambierà la vita. 

Innovativo, interessante, il film, il cui titolo originale è You Were Never Really Here, ricorda Drive e Léon per fotografia, ambientazione e per il particolare rapporto che si crea fra sicario e ragazzina. Il film è liberamente ispirato a un libro di Jonathan Ames. 

A Beautiful Day colpisce per l’alternanza di sonoro e visivo, una scelta accurata in entrambi i punti di vista, Lynne Ramsay parla del suo stile:

“Non lo so, viene tutto da qua su. Vediamo una serie di film spettacolari oggi come quelli della Marvel, a me piace, invece fare cinema dove ci sia musica, recitazione e montaggio e che si uniscono facendo qualcosa di magico”.

Joaquin Phoenix è l’eroe del film, il suo Joe è un supereroe anticonvezionale, come ha costruito questo personaggio:

“Non lo so… sul serio, penso sia iniziato tutto dalla sceneggiatura e dall’incontro con Lynne, le nostre interminabili conversazioni che sembravano non portareda nessuna parte, altre volte hanno portato un’idea. Ho iniziato a studiare molto lo sviluppo del cervello dei bambini e come l’abuso dei minori cambia il cervello. Questo ha delle ripercussioni sul loro modo di pensare, è stato interessante per me perché cambia il modo di ragionare. Con Lynne abbiamo riflettuto su come costruire il personaggio, ci siamo resi conto che lui non ragiona sempre, come quando entra in casa con il solo martello in mano. Lynne mi mandava anche delle note vocali, con dei fuochi d’artificio perché era quello che lui aveva in testa. È stato un processo lungo nato dalle chiacchiere con Lynne e lo studio”.

Nel titolo e nel corpo di Joe ci sembra ci sia un riferimento I’m Not Still Here, per l’attore americano sono due cose diverse:

“No, mi dispiace ci hai messo così tanto a chiedermelo, ma la mia risposta onesta è no”. 

Lynne Ramsay, regista anche di …e ora parliamo di Kevin, si è ispirata non solo al libro per A Beautiful Day:

“Il libro mi è servito come ispirazione, ho cambiato la madre, il suo rapporto con Joe. Abbiamo cambiato molto in corso d’opera, abbiamo cambiato con il direttore della fotografia e scenografo e anche lo stesso Joaquin, ho voluto usarlo evitando ogni tipo di cliché”.

Joe nel film ripete spesso una frase che gli diceva il padre da bambino: “Schiena dritta”, l’attore ha risposto schivando una risposta sulla sua infanzia:

“Perché ai registi fate domande sul film e a me sul rapporto con i miei genitori? Non riesco a pensare a nulla, i miei genitori mi ripetevano sempre: non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. E l’altra cosa mi hanno detto: segui la tua cazzo di vita, forse non dicevano cazzo… ma io lo posso dire”.

Nel film ci sono diverse citazioni di Psycho, la madre l’ha visto ed è impaurita, e Joe per prenderla in giro scimiotta alcune scene:

“Non c’era nel libro, è ispirata un po’ a mia madre, che guarda i thriller e i gialli e li guarda con volume altissimo. È ispirato anche all’attrice, Judith Roberts, le ho chiesto cosa volesse guardare e mi ha detto Psycho e Joaquin si è messo a mimare la scena del coltello. Si è trattato del primo take di scena, quindi è tutto merito della serendipità”. 

Nella cinematografia di Lynne Ramsay la perdita dell’innocenza è centrale, come si è evoluta nel suo cinema:

“Forse è meglio che risponda tu, a me interessa il cinema. M’interessa che sia partito come giallo e poi sia divenuto una ricerca del personaggio, a me sono loro a interessarmi. Non ho studiato i personaggi, poi la gente vede altre cose… boh, forse ho bisogno di uno psicologo!”.

Joe si autodefinisce un sicario, come lo definirebbe e che ruolo gioca la tenerezza:

“Non ho idea… ma m’inventerò qualcosa! Ho scoperto mentre leggevo lo script, una bontà in Joe di cui non so se ero al corrente all’inizio del film, leggendo ti ossessioni con alcune scene o altre, una cosa che volevamo fare era fare le due cose. Volevamo dare spazio alla sua coscienza e al fatto che vive in situazioni contrastanti. Volevamo esplorare la relazione con la madre, c’era amore e tenerezza, ma anche la frustrazione di essere il suo care taker, volevamo unire le due anime. Non volevamo mostrarlo solo tenero, non volevamo che emergesse la tenerezza o la frustrazione, girando la scena non abbiamo mai puntato solo sulla violenza o sulla tenerezza”. 

La colonna sonora è firmata da Jonny Greenwood e aggiunge emozioni al film:

“Ho scritto lo script a Santorini, a Ia, su un’isola senza auto, nel silenzio totale. Mi piace dare indicazioni o citare canzoni e rumori per dare idea di quello che avevo percepito scrivendola. Sentendola, quando sono tornata a New York, ho pensato: è il suono dell’inferno! Ci sono alcune parti accentuate dalla musica, è uno dei personaggi del film. Sembra che ti aspetti qualcosa e la musica ti porta altrove. Ho parlato con Jonny della colonna sonora, avevo già lavorato con lui per …e ora parliamo di Kevin, gli mandavo dieci minuti di girato e lui costruiva le musiche, sono state una specie di dono”.

Al contrario, Phoenix non ha sentito nulla della colonna sonora:

“Non avevo ascoltato nulla, ancora non l’ho sentita, solo quella dei titoli di coda. Per me era importante il suono della città, non vivo più a New York, ma era importante il suono della città e delle cose distrutte con un martello”.

Da piccole a grandi produzioni, Joaquin Phoenix è un attore versatile:

“Per me la taglia della produzione non fa parte del percorso decisionale, riguarda le persone coinvolte, se Lynne facesse un film da milioni di dollari, sarei curioso di prenderne parte. Ho amato fare questo film, è stato difficile per me e Lynne non avere molto tempo per girare, quindi in ogni inquadratura provavamo a fare qualcosa di diverso, se sei nelle mani di gente come Lynne, te lo puoi permettere. In cambio le ho dato 70 ore  di merda e lei ne ha dovuto cavare qualcosa di buono”.

Lynne Ramsay non conferma e dice che tutto quello che Joaquin le ha regalato è stato pazzesco. A Beautiful Day è un film che ha un mix perfetto di tenerezza e violenza, difficile da realizzare:

“È stata fortuna, è nato grazie all’ispirazione quando hai la possibilità di girare con persone al top, altri erano giovani e hanno dato del loro meglio, tutti erano felici di prenderne parte, è stato veloce e fatto con poca calma e non volevo che finisse”.

Anche Phoenix deve raccontare gli ingredienti del film:

“Per me all’inizio ho letto lo script, poi il romanzo, a essere onesto, tutto quello che si vive mentre si gira un film fa parte del film stesso. Ogni interazione che ho avuto sul set o fuori del set ha contribuito a creare il film. Qualche volta pensi a qualcosa fuori dal set, arrivi sulla location e questo altera tutto. Tutto questo è il film, un insieme di persone diverse che portano sul set le loro idee che vengono filtrate attraverso Lynne”.

Il film è da poco uscito negli USA, al centro del film ci sono abusi sessuali e senatori, Lynne Ramsay che dopo lavorerà a una commedia racconta dell’accoglienza del film:

“Mentre le persone lo guardavano erano in silenzio, ci sono state domande legate al movimento #MeToo, penso che alle persone il film sia piaciuto, è un film complesso che non racconta le cose in modo semplicistico, ma con onestà, è stato accolto bene negli USA e spero che sia accolto anche qui”. 

Violento, tenero, intenso, A Beautiful Day è un film che vi scalderà il cuore dopo averlo preso a martellate. Al cinema dal 1° maggio distribuito da Europictures.

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