I funerali celebrati nella cappella del Campus Biomedico di Roma. La sepoltura nel cimitero Laurentino. Le parole della Preghiera degli artisti e le note della sua ‘Mission’ ad accompagnare il saluto al grande compositore Ennio Morricone, scomparso la notte tra il 5 e il 6 luglio dopo un breve ricovero nell’ospedale della Capitale.
Una forma privatissima delle esequie chiesta dallo stesso premio Oscar, che voleva andare via senza scomodare nessuno, come aveva indicato in una lettera di commiato mostrata ieri dal suo avvocato e amico, Giorgio Assumma, rimasto sempre accanto alla famiglia insieme al regista Giuseppe Tornatore.
“C’e’ solo una ragione che mi spinge a salutare tutti cosi’ e ad avere un funerale in forma privata: non voglio disturbare”, aveva scritto il maestro. E cosi’ e’ stato. Ma se si prova a immaginare un rito pubblico o anche soltanto una camera ardente aperta, e’ impossibile non pensare a un fiume di persone accorrere per rendergli omaggio. Non solo nomi del mondo della politica e dello spettacolo – ieri tantissime sono state le testimonianze, a partire da quella del capo dello Stato, Sergio Mattarella – ma soprattutto gente comune che lo ha amato e seguito. Di tutte le eta’ e da tutto il mondo. Lo hanno mostrato i social network, dove sono stati innumerevoli le foto, i video, i brani e i pensieri dedicati a Morricone e alle sue composizioni. Il Campidoglio forse gli intitolera’ l’Auditorium di Renzo Piano, tempio della musica nella Capitale e casa della Festa del Cinema.
A Trastevere, lo street artist Harry Greb ha dedicato al Premio Oscar un murale che ha postato sulla sua pagina Instagram. Con un’aureola dorata intorno al capo, la celebre Statuetta in una mano e l’altra sulle labbra a mimare il gesto del silenzio, Morricone torna cosi’ nel suo rione, quello dove e’ nato. E alla didascalia scelta dall’artista per presentare il suo tributo oggi puo’ unirsi tutta Roma, tutta Italia, tutto il mondo: ‘Il Maestro… grazie’.