Debutta il 14 marzo al Teatro de’ Servi “Rifiuti. Una vita da differenziati”, scritto e diretto da Stefano Fabrizi. La commedia racconta la storia di quattro ragazzi emarginati dalla società e affetti da molteplici psicosi, che vivono abusivamente in un seminterrato fatiscente nella periferia della metropoli. Non hanno i soldi per arredarlo come si deve, ma hanno una spiccata immaginazione psicanalitica che li porta a vedere negli oggetti e negli accadimenti della loro vita il simbolo di qualcosa che sta accadendo, o che devono fare. Per esempio sono soliti raccogliere oggetti che sono stati buttati nell’immondizia e portarli a casa per arredare il loro appartamento. Non si tratta di una vocazione da interior designers specializzati in recycling, ma di un disperato tentativo di cambiare la propria vita affidandosi al messaggio misterioso di quegli oggetti: una frusta abbandonata forse suggerisce di intraprendere una carriera da domatore? Uno sportello di automobile, invece, sta dicendo a qualcuno di fare l’autista?
Finora si è trattato di un gioco, ma quando uno di loro torna a casa con una confezione di pasticceria che dovrebbe contenere una torta, il gioco si fa molto più duro. La confezione infatti nasconde quattro pistole e quattro passamontagna, evidentemente abbandonati da qualcuno che è stato inseguito dalla polizia. Sulle prime i quattro registrano la delusione: si erano preparati per assaltare un millefoglie o un profiteroles, ma sono invece assaltati da questi oggetti sinistri che, inevitabilmente, suggeriscono loro una malsana idea. E se li usassero per rapinare una banca? O, meglio ancora, un grande teatro? Il Sistina sarebbe perfetto, e in effetti la rapina va a buon fine, ma un inconveniente pregiudicherà tutto.