Alla Sala Umberto continuano i “classici del futuro”

Il 15 febbraio Barnaba's Show da "Il Gabbiano" di Anton Cechov

Fino al 17 maggio 2017 ogni  secondo e terzo mercoledì del mese, alla Sala Umberto di Via della Mercede, Roma, prende il via la prima edizione della rassegna “Classici del secolo futuro” – Quattro scritture senza paura,  un progetto firmato Stap Brancaccio, Accademia Professionale di regia e drammaturgia. Il format è ideato dal direttore artistico dell’Accademia Lorenzo Gioielli e prodotto da Sala Umberto grazie al suo direttore artistico Alessandro Longobardi.
La rassegna si basa su un percorso di riscrittura contemporanea di alcuni autori classici del teatro: Cechov, Shakespeare, Beckett e Pirandello. Quattro atti unici, dalla durata di un’ora al massimo, interamente scritti e interpretati dagli allievi del terzo anno dell’ Accademia Professionale Stap Brancaccio provocati e sostenuti dai docenti e dalle molte esperienze creative vissute nel triennio. Quattro spregiudicate riscritture che hanno come obiettivo quello di restituire al pubblico il nucleo pulsante e vivo del concetto stesso di “classico”, opere imprescindibili che raccontano l’umanità.

 

PROGRAMMA

 

8 e 15 febbraio 2017 ore 20.30

 

BARNABA’S SHOW

Da “il Gabbiano” di Anton Cechov

 

Scritto ed interpretato da: Lorenzo Caldarozzi, Alberto Fumagalli, Alice Hardouin Bertini, Francesco Massaro, Silvia Parasiliti Collazzo, Luigi Siracusa

 

Al Barnaba’s Show sono ospiti tre stelle del grande schermo. Irina Arkadina, Nina Zarecnaja e Boris Trigorin. L’istrionico presentatore del programma, attraverso giochi e confronti diretti, metterà a nudo le personalità dei tre invitati. Boris Trigorin è il regista del nuovo, attesissimo, capolavoro cinematografico “La voce del lago”. L’Arkadina e la Zarecnaja ne sono le protagoniste. Quiz inaspettati, domande taglienti, e le malvagissime provocazioni del Dottor G.S. faranno vacillare le sicurezze dei tre ospiti. Il Barnaba’s Show non è un gioco facile. Il pubblico lo aspetta. Il pubblico lo reclama. Il Barnaba’s Show, forse, non è nemmeno un gioco.

 

 

8 e 15 marzo 2017 ore 20.30

 

DA OTELLO

Da Otello”, di William Shakespeare

 

Scritto ed interpretato da: Lorenzo Caldarozzi, Alberto Fumagalli, Alice Hardouin Bertini, Francesco Massaro, Silvia Parasiliti Collazzo, Luigi Siracusa

 

Otello è il proprietario di una trattoria, con lui c’è Desdemona, la sua incantevole compagna. C’è Cassio, il primo chef. Roderigo, il lavapiatti. Emilia, la cameriera e suo marito Iago, l’aiuto cuoco con ambizioni di potere. Tra soffritti, polpette e mollichine di pane, si cucinerà una storia di sospetti, invidie e gelosie. Una saporita rivisitazione dell’Otello shakespeariano, genuina e senza olio di palma.

 

 

12 e 19 aprile 2017 ore 20.30

 

CASA GODOT

Da “Aspettando Godot” di Samuel Beckett

 

Scritto ed interpretato da: Lorenzo Caldarozzi, Alberto Fumagalli, Alice Hardouin Bertini, Francesco Massaro, Silvia Parasiliti Collazzo, Luigi Siracusa

 

Un uomo è affacciato in finestra. Non sa se andare o rimanere lì dov’è. Sa benissimo che lo stanno aspettando, ma c’è qualcosa che lo inchioda. Altre persone abitano in casa con lui. Tra queste c’è chi lo spinge a uscire e chi, invece, lo prega di non muoversi. L’uomo prepara una vecchia valigia marrone, poi la disfa, la prepara di nuovo, la disfa. Vaglia. Rimugina. Soppesa. Appena si convince ci ripensa. Se sta per cedere, reagisce. Temporeggia, appena il tempo di un caffè, dice, di una sigaretta magari. L’uomo è sulla porta ancora chiusa. Si chiama Godot e qualcuno, da qualche parte, lo sta aspettando.

 

 

10 e 17 maggio 2017 ore 20.30

 

L’ISOLA MAGICA

Da “I Giganti della montagna”, di Luigi Pirandello

 

Scritto ed interpretato da: Lorenzo Caldarozzi, Alberto Fumagalli, Alice Hardouin Bertini, Francesco Massaro, Silvia Parasiliti Collazzo, Luigi Siracusa

 

«Sto scrivendo una cosa di così esasperata esaltazione, che ogni controllo mi manca, sono come in preda a un vento che mi porta in alto, in alto (questo lo sento) e lontano, lontano» scriveva Lugi Pirandello a Marta Abba nel 1930. Stava parlando de I giganti della montagna, opera che non avrà timore a definire il suo “capolavoro” e sui cui segreti i più grandi uomini di teatro, a cominciare da Strehler, si sono interrogati a lungo, partendo dai suoi contenuti filosofici. Come abitare l’arsenale delle apparizioni, che cosa inventare, quali piccole magie compiere, quali illusioni si possono accogliere e quali invece vanno rifiutate,  cosa è vero e cosa è falso? Dalla sua villa «che ogni notte si mette da sé in musica e in sogno», il mago Cotrone evocherà un altro grande personaggio, il Prospero de La Tempesta, padrone e prigioniero di un’isola incantata abitata da spiriti aerei e creature terrigne che parlano la lingua della poesia. Un omaggio all’ultima opera di Pirandello che chiama a sé il testamento letterario di Shakespeare. Il tutto dentro i confini di un’isola che non è mai veramente al buio, poiché si accende tutte le volte che un atto creativo si compie.

 

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