Capodanno: Gotor, musei gratuiti e incontri nei luoghi simbolo con personaggi della cultura e spettacolo

Musei aperti gratuitamente sia il primo gennaio che il due e oltre 40 iniziative nel pomeriggio del primo dell'anno. Una cinquantina di personaggi della cultura e dello spettacolo doneranno un'ora del loro tempo nei luoghi simbolo del patrimonio capitolino

“Una volta chiarito, una decina di giorni fa quello che per cause di forza maggiore non si potrà fare (Il concertone n.d.r.)  ci siamo rimessi al lavoro. Oggi posso dire che Roma riparte in sicurezza, con i musei aperti gratuitamente sia il primo gennaio che il due e oltre 40 iniziative nel pomeriggio del primo dell’anno. Una cinquantina di personaggi della cultura e dello spettacolo doneranno un’ora del loro tempo nei luoghi simbolo del patrimonio capitolino”. Lo annuncia in una intervista a ‘La Repubblica’ l’assessore alla cultura Miguel Gotor

Dove? Con quali personaggi? 

“Per esempio, alla Casa del Cinema, Marco Bellocchio interverrà dopo la proiezione di Marx può aspettare. Ascanio Celestini nella biblioteca di Spinaceto ci parlerà di Pasolini, il protagonista del 2022 romano. Andrea Carandini, invece, narrerà le origini di Roma ai Mercati di Traiano. Dai teatri alla sala Troisi dei ragazzi del Cinema America, ci saranno attori, studiosi, ex sovrintendenti”.

In totale sicurezza anti Covid. 

“Prenotazione obbligatoria e Super Green Pass. Gli eventi, compresi i laboratori per i bambini, inizieranno alle 16 e finiranno alle 22. Saranno coinvolti anche Macro, Palazzo delle Esposizioni e Mattatoio”.

Con un filo conduttore, un tema? 

“Il rapporto tra arte e libertà, come si passa dalla resilienza alla rinascita. Vogliamo riallacciare seriamente le relazioni con il mondo della cultura, che coinvolge centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici che ultimamente sono stati trascurati. Pensiamo anche ai bambini e agli adolescenti, e a quanti è toccato in sorte questo tempo difficile, vogliamo provare a riaccendere la città. Certo è una montagna da scalare. Quando siamo arrivati qui il 4 novembre non era stato lasciato nulla per il Capodanno. Servono energie e preparazione. Ma anche fantasia”.

Sa di “fantasia al potere”, slogan dei suoi prediletti anni Settanta. In che cosa potrà tradursi quest’idea? 

“Dico fantasia perché sono consapevole che le cose che so non mi basteranno. La cultura ha bisogno di spiazzamento, va trovata dove non tè l’aspetti. Mi piace l’idea di cerniera, dei luoghi tra la Ztl e Tor Bella Monaca. Lì abitano centinaia di migliaia di romani che sono stati trascurati ed è da lì che deve ripartire il discorso culturale. Portiamo il teatro in periferia, ma mettiamo anche dei bus per far andare la periferia in centro. Vorrei anche riportare il più possibile  i discorsi nei luoghi che li hanno prodotti: parlare di Sessantotto sulla scalinata di Valle Giulia, di Cesare e Bruto alla Crypta Balbi o di Mussolini architetto alla “formaggera” dell’Eur. Legare le parole alla materialità dei luoghi”.

I luoghi sono la città intera. La storia del resto qui è praticamente dovunque. A cosa si riferisce? 

“C’è una rete fondamentale di piccole biblioteche a Roma: mura, un patrimonio da rivitalizzare”.

Renato Nicolini, Gianni Borgna, ma anche Luca Bergamo: i suoi predecessori delle amministrazioni di sinistra hanno lasciato un segno anche sulla base dei propri interessi, riorganizzando il patrimonio culturale, inventando cose che prima non c’erano, pien amente riuscite perché coglievano l’aria del tempo che è stato il loro. Qual è la sua prospettiva? 

“Conosco questa città. Penso sia generosa, con un fondo anarchico e che vada presa dal basso e accompagnata con rispetto. Ormai anche gli anni del pensiero liquido baumaniano sono alle spalle, cosi come la stagione solida del’900 perduto. A noi tocca il compito di evitare di “evaporare”. L’impegno politico e civico oggi serve a questo”.

Tra Nicolini e Borgna? 

“Penso a un minotauro con la testa di Nicolini e il corpo di Borgna. Guardando al presente, la sfida è cercare di non disperdere le risorse creative della città che vanno promosse anche con la Regione”.

Quelle più giovani costruiscono i loro contenitori in autonomia. Per esempio sotto al Ponte della Musica. 

“È intitolato al maestro Trovajoli. Vogliamo riqualificarlo e rendere accessibile l’archivio Trovajoli. Il sotto e il sopra? Possono parlarsi. Il Comune deve facilitare il dialogo con una nuova politica degli spazi”.

Quali?

“Parliamo di Ponte della Musica e allora penso al Tevere. Non vogliamo certo asfaltarlo come diceva Carlo Verdone interpretando un candidato sindaco, ma riaccenderlo. Sono 10 anni che la riva sinistra funziona e la destra è abbandonata. Allora bonifichiamo quei quattro chilometri e restituiamo alla città i suoi spazi”.

Tanti sono in abbandono. 

“Serve un censimento del patrimonio comunale e non. Penso ai cinema chiusi negli ultimi anni che sono fonte di degrado. In un quartiere ci sono cinque sale abbandonate? Facciamo un bando e damoli a dei giovani artisti”.

Roma è anche turismo e archeologia. L’area centrale avrà finalmente il ticket unico? 

“Sì. Affronteremo il problema con il ministro Franceschini. Abbiamo un’opportunità unica per il rilancio, anche sul tema del degrado. Se guardo piazza dei Cinquecento e la immagino come prima cartolina per chi viene a visitarci, mi chiedo… ce lo possiamo permettere?”.

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