Ccia: il Tempio di Adriano cambia nome per ricordare le donne della storia – VIDEO

Dedicato ora anche a Vibia Sabina, la moglie dell'Imperatore

Da oggi, il Tempio di Adriano, sede storica della Camera di Commercio e gioiello architettonico dell’antica Roma, cambia nome per diventare Tempio di Vibia Sabina e Adriano in onore dell’imperatrice e in linea con la sua vera storia. Un evento dal valore simbolico con il quale la Camera di Commercio di Roma vuole celebrare una donna straordinaria, l’imperatrice Vibia Sabina, attraverso l’esposizione – per un mese – della statua nel Tempio originariamente dedicato a lei e a suo marito, l’imperatore Adriano.

“Il Tempio di Adriano, sede storica della nostra Istituzione dal 1874, oggi cambia nome e torna alla sua naturale denominazione di Tempio di Vibia Sabina e Adriano. E’ per noi motivo di grande onore – spiega Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma – poter esporre la statua-ritratto di Vibia Sabina e celebrare, in questi spazi, la figura dell’imperatrice. Con questa esposizione aggiungiamo un ulteriore tassello all’opera di valorizzazione portata avanti dalla Camera nei confronti di quello che costituisce uno dei monumenti piu’ straordinari della Roma antica e anche di quella contemporanea. Un’opera di valorizzazione che, nel passato, si e’ sostanziata in importanti interventi di restauro e, nel 2019, nella riapertura dello storico ingresso su via de’ Burro’, secondo l’orienta-mento del Tempio deciso dagli antichi sacerdoti. Ma, soprattutto, restituendo alla straordinaria figura di Vibia – conclude Tagliavanti – il ruolo che le apparteneva, si presenta per noi l’occasione per restituire a tutte le donne il giusto rilievo da loro avuto nella storia, a partire dai lunghi secoli della Roma antica”. “Contribuisco con grande piacere – afferma Roberto Riccardi, Comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale – a questo evento, che restituisce idealmente a Vibia Sabina la rilevanza che ha avuto accanto al consorte, l’imperatore Adriano. Ribattezzare il Tempio aggiungendo il suo nome e’ importante come aver recuperato la sua statua, che era stata trafugata. Anche il ruolo delle donne, nella Storia, e’ stato oscurato per secoli, derubato, e auspico che altre Istituzioni culturali assumano iniziative analoghe, per ricondurlo nella sua giusta luce”.

“Questa esposizione – dichiara Andrea Bruciati, Direttore dell’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este – racconta innanzitutto il rapporto fragile e vitale tra patrimonio e collettivita’, attraverso il recupero e la restituzione alla pubblica fruizione di reperti eccezionali. Tra questi la monumentale statua di Vibia Sabina, moglie dell’imperatore Adriano, che, ricondotta in Italia dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, ha ora temporanea-mente lasciato i Mouseia di Villa Adriana per l’esposizione presso la sede storica della Camera di Commercio. Comporre i frammenti di questa narra-zione e’ una sfida complessa, che abbiamo gia’ piu’ volte condiviso con il ter-ritorio e il Comando. La difficolta’ in questo caso e’ ancora maggiore per via del carattere enigmatico e riservato, quasi sfuggente, della protagonista di questo evento, l’imperatrice cui la Camera di Commercio restituisce la titolarita’ del Tempio di Vibia Sabina e Adriano: una operazione dal grande im-patto simbolico e dal forte significato storico”.

La statua-ritratto che verra’ esposta nella Sala storica dell’Istituzione camerale rappresenta Vibia Sabina (nata a Roma nell’86 d.C.), moglie di Adriano (76 – 138 d.C) e nipote dell’imperatore Traiano. Vibia Sabina ha il capo ve-lato, e’ avvolta in un ampio mantello e indossa un paio di sandali. Presenta un’acconciatura con ampio nodo a diadema, che ricorda quella delle Afro-diti ellenistiche.

Non conosciamo il luogo di rinvenimento della statua-ritratto che, negli anni Settanta, e’ stata immessa sul mercato illecito internazionale a seguito di scavi clandestini effettuati nel territorio italiano: e’ possibile che facesse parte dell’arredo scultoreo di una villa privata dell’ager tiburtinus, oggi di-viso fra i comuni di Tivoli e Guidonia Montecelio, in cui ancora in tempi recenti sono state rinvenute significative testimonianze di questo tipo.

L’imponente statua di Vibia Sabina e’ stata restituita all’Ita-lia, insieme ad altri 13 reperti archeologici nel 2007, in seguito a un accordo tra la direzione del Museum of Fine Arts di Boston e il Governo italiano siglato nel 2006. L’operazione, dal grande valore storico e culturale, e’ stata resa possibile grazie alle accurate indagini svolte con successo, negli anni precedenti, dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Opera-zione che ha contribuito a valorizzare un’opera a lungo ignorata dalla maggior parte degli specialisti in ritrattistica romana, nonostante si tratti, in-dubbiamente, di un documento eccezionale sia per la qualita’ artistica che per lo straordinario stato di conservazione.

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