Cinema dismessi, Cna: passi in avanti ma la legge eviti speculazioni

Allo studio norme che evitino speculazioni sulle strutture che potrebbero attrarre imprenditori, ma per gli artigiani servono sgravi e agevolazioni

Sui cinema dismessi, e su che cosa farne la Regione prende tempo. Proprio ieri nuova riunione sulla Colombo con tutti gli operatori del settore e sembra aprirsi uno spiraglio che eviti possibili speculazioni immobiliari. Insomma, c’è ancora spazio affinché la norma, inserita in una legge urbanistica, sia meglio messa a punto per evitare polemiche e che torni a sollevarsi parti dell’opinione pubblica come già successo.

Rilancio per le sale cinematografiche più appetibili

Per Sabina Russillo, responsabile di Cna Cinema e Audiovisivo, “bisogna fare una distinzione precisa. Da una parte ci sono spazi abbandonati che magari 40 anni fa erano sale cinematografiche, ed evidentemente se nessuno ha fatto un’offerta per rilanciarle è perché non c’è un interesse dell’imprenditoria. Per quelle un cambio di destinazione d’uso non sarebbe uno scandalo. Poi ci sono strutture che invece possono essere valorizzate, con processi culturali che prevedano sgravi o interventi fiscali ad hoc che possano attrarre investitori del settore”.

Comune di Roma e Regione Lazio dialoghino per progetti innovativi

Che i cinema come erano una volta possano attirare progetti industriali lo rivela la vicenda del cinema Aquila, strappato dall’amministrazione comunale alla banda della Magliana. Nel 2018 l’apertura con la guida di Mimmo Calopresti, che ha reso quella sala al Pigneto sede stabile di festival, come quello sul cinema del reale. Per la Cna, dunque, “esperienze di questo tipo si possono ripetere, con progetti che vedano tutti i soggetti interessati attorno a un tavolo, compresi Regione Lazio e Comune di Roma”. Attualmente, il Campidoglio possiede le sale Apollo, Airone e Rialto, e da anni si attende un rilancio di esse.

Aumento degli spettatori nei cinema italiani

Il settore d’altronde ’tira’. Agli atti in questo avvio d’anno c’è un +10% di incassi che è salito al 28% per il periodo natalizio, con una quota di mercato del 45% del prodotto italiano, che sarebbe sbagliato ingigantire, ma anche derubricare. Tanto più che nei primi otto giorni dell’anno, soffermandosi sul dato italiano, al box office le produzioni nazionali sono prime con 9 milioni di euro di incassi (35,35%), davanti ai 6 milioni di film Usa (23,63%).

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