Contromano, il film (ironico) sui migranti di Antonio Albanese

Al cinema dal 29 marzo, l’attore torna alla regia dopo 16 anni. Nel cast anche Aude Legastelois e Alex Fondjia

Contromano è una commedia sui migranti, ultima prova da regista di Antonio Albanese

Contromano è l’ultimo film di Antonio Albanese ed è dedicato ai migranti e ai problemi di integrazione nell’Italia di oggi. Prodotto da Fandango e Rai Cinema, sarà distribuito in sala da 01 Distribuition dal 29 marzo.

Contromano racconta di alcune solitudini che s’incontrano: quella di Mario che gestisce da anni il negozio di famiglia, calze e accessori per gli uomini della Milano bene. Proprio davanti, l’extracomunitario Oba vende delle calze a prezzi stracciati. Esasperato, un giorno Mario decide di rapirlo per riportarlo… al suo Paese. Una mossa che ricorda molti dei programmi elettorali dell’ultimo 4 marzo, dopo un incidente, anche la splendida Dalida si unisce a loro in un viaggio per non sentirsi più soli.

Antonio Albanese ha spiegato l’esigenza che l’ha spinto a realizzare questo film:

“Il film nasce da un desiderio personale misto al sociale, un desiderio di spettatore di raccontare in modo diverso un fenomeno che colpisce tutti. Volevo trattarlo con garbo diverso e leggerezza”.

Il film è stato scritto insieme a Stefano Bedis, Andrea Salerno e a Makkox, il fumettista di Propaganda Live:

“Partendo dall’ironia, volevo raccontare l’incontro fra due solitudini: Mario, che rappresenta l’Occidente, vive questa vita verticale che lo porta all’orto e Dalida e Oba, che la solitudine sono costretti a viverla. Volevo raccontare che il contatto, l’incontro deve partire dal dialogo. Questo film nasce in un contesto iperrealista, grazie al viaggio, Mario scopre e capisce queste persone, volevo osservare questo tema, a me molto caro, in modo diverso”.

Antonio Albanese per portare sulla schermo Mario ha “attinto” ad alcuni dei suoi personaggi amatissimi del passato, Mario è a metà strada fra Epifanio e Alex Il Drastico:

Mario Cavallaro è un altro personaggio, nasce dalla sua chiusura e si trasforma grazie al viaggio. Nasce da questa sceneggiatura, il mio corpo è questo, ed è chiaro che ricordi altri personaggi. La storia nasce però da questa sceneggiatura, lo sguardo di Mario si apre verso una serenità diversa, una gioia diversa. Quando ho incontrato Aude e Alex, volevo capire loro e anche loro volevano vivere quest’esperienza. Raccontarlo in modo ironico fa parte del mio mondo, sono convinto che l’ironia sia fondamentale, sono spaventato dall’idea che l’ironia sparisca, viviamo in un Paese che è stato aiutato dall’ironia. Voglio adottare questo modo, ancora una volta con l’ironia volevo trascinare il film”.

Bellissima la protagonista, Aude Legastelois, attrice franco-senegalese:

“È stato un grande piacere lavorare con lui, è un attore e regista generosissimo. È più facile il fatto che sia un attore perché parliamo la stessa lingua. Sono molto riconoscente, è il mio primo ruolo da protagonista e me l’ha offerto l’Italia”.

Antonio Albanese ha trovato anche l’altro coprotagonista, Alex Fondija, in Francia:

“Ho scelto prima Alex e con lui potevo formare una coppia, prima sono venuti in Italia, abbiamo lavorato con loro, a Parigi hanno lavorato sul testo e abbiamo costruito i personaggi insieme. Abbiamo attraversato l’Italia e siamo arrivati in Mauritania, è stato un bel viaggio, mi sono trovato molto bene con loro”.

Il produttore Domenico Procacci è al terzo film con Antonio Albanese e ha spiegato che con questo film realizzato con “linguaggi diversi” vuole far ridere e riflettere “con un tema di approccio sociologico”. A produrlo insieme a Fandango, Rai Cinema, Paolo Dal Brocco, reduce dal successo dei David 2018, ha spiegato perché è tornato a lavorare con Albanese:

“Per noi è importante credere in un artista, lui è tanti registi. Anche Qualunquemente era un film rischioso, ha portato personaggi e una lettura del Paese diversa. Anche nel secondo film, la scelta è stata facile, c’è un artista che stimiamo, è un racconto delicato che stimiamo. Ci ha colpito anche il fatto che facesse la regia, bisogna avere molta fiducia nell’artista”.

Pasquale Catalano ha composto la colonna sonora del film, non è la prima volta che Albanese è la star di un road movie con protagonista un’extracomunitaria, era già successo in Vesna va veloce:

“Non ho pensato a Vesna va veloce, quando Carlo (Mazzacurati, ndr) me l’ha proposto ho accettato subito. Non ho pensato al film, sono sempre legato a questo, sono figlio dell’immigrazione, sono sempre legato a questo tema, in questo caso l’ho sviluppato io”.

Dopo sedici anni dall’ultima regia, Albanese torna dietro la macchina da presa:

“Ho scoperto una gioia infinita quella della regia, mi sono dato a registi validi e con loro ho imparato di più, ho un gruppo che mi segue da anni, fotografia, costumi e molte altre persone. L’idea era protetto da questo gruppo era entrare nel film e curarlo nella regia, ne sono uscito con una gioia infinita, solo per questo, ho aspettato perché volevo capire di più e avere il desiderio vero di farlo. Uno dei miei sogni è fare un film solo da regista”.

Contromano è una commedia agrodolce, il viaggio cambia la struttura e i sentimenti della trama, ma all’inizio Mario è molto simile ad alcuni slogan elettorali usati dalla Lega (Aiutiamoli a casa loro, ndr), rendendo il personaggio profondamente attuale:

“È un tema che non ha soluzione, l’unica soluzione è valorizzare la terra e dare loro reddito. Come succede nel film, se si insegna loro a lavorare la terra, allora li aiutiamo. C’è un’iniziativa di Slow Food, 50mila famiglie possono coltivare i loro orti. Quest’iniziativa può affrontare questo viaggio straziante, c’è il consiglio di andare lì e aiutarli”.

Fra i modelli di regia, Albanese cita il grande maestro finlandese Aki Kaurismäki:

“Lui è uno dei grandi maestri dell’ironia malinconia, è un genio di comicità e drammaticità Leningrad’s Cowboys, Vita da Bohème, amo anche i colori e il suo silenzio. Il nostro film parte dall’iperrealismo, siamo dei discreti osservatori, io ho la fortuna di monitorare questo meraviglioso Paese, sto notando come sta cambiando: ho vissuto a Torino, Milano, ho visto Roma, Palermo. È faticoso ma mi piace molto, è una concezione di verità. Il film nasce a Milano perché è nato lì, ma poteva essere girato ovunque a Treviso e Benevento”.

All’attrice protagonista, all’inizio il film aveva causato del disagio, ma ha poi cambiato idea:

“Dalida s’innamora di Mario, ma nel senso dell’amicizia e sul piano umano, è un uomo che non avrebbe mai incontrato se non fosse stato per questo viaggio e questo cambia la sua prospettiva. Il film si conclude con la bellezza dello stare insieme e con un’apertura mentale, c’è una prospettiva differente”.

Il film dà voce agli immigrati, ma di questi tempi, il regista teme molto la loro reazione:

“Mi spaventa perché è una reazione non piacevole da vedere e da sentire, è un disagio. Una delle mie paure è quando sento parlare di muri, durano dei decenni, sono spaventato dalla reazione, l’ostilità esagerata mi spaventa e mi indebolisce e sono spaventato da tutto questo”.

Contromano è un viaggio che s’allontana dagli stereotipi razzisti, che dà voce a chi non ce l’ha e mostra l’altra faccia della medaglia si tratti di immigrati o di disabili, splendida la comparata di David Anzalone, attore che si batte per combattere i luoghi comuni legati alla disabilità (peccato che la sua parte sia solo marginale).

Contromano vi aspetta al cinema dal 29 marzo, distribuito da 01 Distribution.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014