Lungo il Canale pontino, divenuto famoso nel mondo per le celebri opere dello scrittore Antonio Pennacchi, sta prendendo forma il progetto per la candidatura di Latina a Capitale italiana della Cultura per il 2026. Nel Lazio, concorrono alla sfida Latina e Gaeta.
In gara al momento ci sono altre 26 concorrenti. Il dossier, arrivera’ sul tavolo del ministero della Cultura entro la fine di settembre, e il progetto punta su tre asset strategici: Latina citta’ dell’Architettura del Novecento, del modello sociale, aperto a una moltitudine di provenienze, dell’agricoltura e dell’industria nell’ottica dello sviluppo sostenibile, nella storia e nel futuro. Il documento e’ stato affidato dal Comune di Latina alla “Pg&W”, che ieri ha svelato in anteprima il logo. Una sintesi tra l’assetto urbanistico della citta’, proiettato verso i dodici borghi, e il genoma umano, con i colori che raccontano il territorio, il giallo del grano, l’azzurro del mare, il verde dei campi, il blu scuro delle attivita’. Tutti uniti, nel Lazio, nel caldeggiare la candidatura. Ed e’ arrivato il sostegno anche della Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno che ha deciso di istituire un gruppo di lavoro, per studiare il contributo che puo’ offrire la comunita’ ecclesiale pontina nel caso in cui Latina sia nominata Capitale della Cultura 2026. Uniti nel progetto “Latina Capitale italiana della Cultura 2026” anche i Comuni della provincia. “Hanno risposto al nostro appello di condivisione di un’operazione di marketing territoriale che puo’ giovare non soltanto alla citta’ di Latina ma a tutto il circondario, da Nord a Sud, dalle colline al mare.
La cultura, la storia, la bellezza dei nostri luoghi ci appartiene. E’ la nostra identita’, e’ la nostra comunita’, aperta ad una moltitudine di provenienze, che merita di guardare al futuro in una prospettiva moderna di sviluppo sostenibile”, ha concluso Celentano. “Il progetto della candidatura – ha aggiunto l’assessore all’Urbanistica e ai Borghi Annalisa Muzio – rappresenta per la citta’ un’occasione fondamentale, un passaggio obbligato, fondante verso un futuro di rinascita vero. Non potevamo non prendere al volo questa occasione che ci vede di nuovo giocare in serie A, che ci conferisce una visibilita’ nazionale per una serie di azioni positive che stiamo cosi’ laboriosamente mettendo in campo. Vinceremo, ma anche se non dovessimo vincere potremo usare il grande immenso lavoro che stiamo facendo in questi mesi, un lavoro che e’ atto a fare sistema, rete, comunale e intercomunale, nella visione del ruolo di Latina che e’ capoluogo di provincia e come tale deve agire non soltanto sulla carta”.
Latina se la dovra’ vedere con altre 25 citta’: Agnone (Molise), Alba (Piemonte), Bernalda (Basilicata), Carpi (Emilia Romagna), Cleto (Calabria), Cosenza (Calabria), Gaeta (Lazio), L’Aquila (Abruzzo), Lucca (Toscana), Lucera (Puglia), Maratea (Basilicata), Marcellinara (Calabria), Massa (Toscana), Moliterno (Basilicata), Nuoro (Sardegna), Pantelleria (Sicilia), Potenza (Basilicata), Rimini (Emilia Romagna), Senigallia (Marche), Todi (Umbria), Treviso (Veneto), Unione dei Comuni dei Monti Dauni (in provincia di Foggia in Puglia), Unione dei Comuni “Terre dell’Olio e del Sagrantino” (Perugia in Umbria), Unione dei Comuni Valdichiana Senese (Siena in Toscana) e Unione Montana dei Comuni della Valtiberina Toscana (Arezzo in Toscana). La vincitrice sara’ proclamata a 29 marzo 2024. (segue)