Expo 2030: un “Colosso” d’autore come simbolo della Roma del futuro

Come la Torre Eiffel di Parigi o la Statua della Libertà di New York: la proposta di due esperti sulle pagine dell'autorevole Giornale dell'Arte

Un “Colosso” d’autore per l’Expo 2030 a Roma: come la Torre Eiffel di Parigi o la Statua della Libertà di New York. Una statua, una torre, un’istallazione, visitabile all’interno e che diventi – scrive il dorso locale del Messaggero – il simbolo della Roma del futuro. 

Il progetto andrebbe ad arricchire il dossier della candidatura della Capitale a ospitare tra otto anni l’esposizione universale. La proposta – riporta il quotidiano romano – è stata lanciata dalle pagine dell’autorevole Giornale dell’Arte da parte di due esperti del settore. La firma è di Luca Josi – che per anni è stato direttore artistico della Fondazione Tim, con cui ha curato ila progetto di mecenatismo per il recupero del Mausoleo di Augusto a Roma – e Antonio Romano, donatore di Inarea, considerato uno dei massimi esperti di brand design.

L’idea parte da una riflessione sul Colosseo che – spiegano i due – “ha un nome generato da un oggetto che non esiste più, la statua colossale voluta da Nerone e, successivamente, fatta collocare da Adriano sul piano dello stesso Colosseo”. La proposta, scrive il Messaggero, ruota proprio sulla suggestione di questa figura gigantesca (che in origine riproduceva l’imperatore). Non esistendo più, neanche i frammenti, spiegano, si ha la libertà oggi di creane un’altra, senza imitazioni. Da qui la proposta: offrire l’opportunità a una prestigiosa giuria di selezionare alcuni grandi protagonisti dell’arte contemporanea, da Damien Hirst a Jeff Koons, da Anselm Kiefer a Maurizio Cattelan.

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