Festa del Cinema, Borg McEnroe: il film del giorno

Presentato dal regista svedese Janus Metz Pedersen. In programma anche l’innovativo Nysferatu Symphony of a Century

Borg McEnroe, lo splendido film di Janus Metz Pedersen parla della finale di Wimbledon fra i due tennisti

Alla Festa del Cinema di Roma, ormai agli sgoccioli, è stato presentato il bellissimo Borg McEnroe, ultimo titolo di Lucky Red alla rassegna romana e che mantiene il livello altissimo delle premesse. A presentarlo il regista svedese Janus Metz Pedersen. Alla rassegna oggi è stato presentato anche l’innovativo Nysferatu Symphony of a Century.

Borg McEnroe segue le due stelle prima della partita che cambiò la loro carriera, la finale di Wimbledon nel 1980. Da una parte il tennista più famoso al mondo, dall’altra una star emergente e ribelle del circuito. A interpretarli magistralmente l’attore islandese Sverrir Gudnason e Shia LaBeouf.

Il regista ha parlato di come ha avuto l’idea del film: “Non ero un grande fan di tennis prima di ricevere lo script, il film secondo me parla del perché le persone li abbiano pressati fino a questo punto. Ti racconta anche che erano molto simili, condividevano molto, il dolore dell’esistenza. Mi chiedo chi siano veramente, perché sono lì”.

Per il regista svedese Borg McEnroe era anche altro: “È un ritratto di due diverse mascolinità, un confronto fra due società, quella svedese e quell’americana dell’epoca molto capitalistica. È un film che parla dell’identità e come sei legato alla tua identità e come ti aggrappi a tutto per non perdere una partita di tennis. Per me è un film sul senso di solitudine di uno sport come il tennis: sei solo con le linee bianche su un campo a dare solo un senso al caos. Tutto questo film un ritratto filosofofico sulla condizione umana”.

La ricreazione della finale di Wimbledon è stata realizzata prevalentemente con la computer graphic: “Abbiamo creato il campo, il pubblico e addirittura le palle su cui giocano i due tennisti. I due attori, Sverrir e Shia, si sono allenati a ricopiare i movimenti di Björn e John come se fossero delle danze”.

Curiosamente a interpretare il giovane Björn Borg c’è il figlio del tennista Leo, avuto dall’ultima compagna Patricia Östfeld: “Quando cercavamo un attore che avrebbe potuto interpretarlo non volevano usare Leo, ma la somiglianza con Björn anche nel suo modo di giocare a tennis: è uno dei migliori al mondo nella sua età. Dopo il provino abbiamo capito che Leo era perfetto e dava ancora più autenticità al film. Björn mi ha aiutato molto senza prendere il controllo sulla realizzazione del film. È stato molto coraggioso a intraprendere questo viaggio con noi, è molto felice del risultato finale. Non siamo, invece, riusciti a parlare con John e l’ha presa in modo opposto. Ci ha anche aiutato molto anche Mariana (l’ex moglie, la tennista Simionescu)… oddio parlo molto!”.

Un film del genere, per il regista è come fare archeologia: “Ognuno dei personaggi di Borg McEnroe ha una storia, bisogna mettere tutti i pezzi di questo puzzle e a questo va aggiunta il tuo pezzo di verità. È un film. Un’altra delle verità del film è che John e Björn trovavano senso solo sul campo da tennis”.

Due nemici e due rivali, quella di Borg e McEnroe è stata anche una rivalità che ha cambiato il mondo del tennis, oggi per esempio c’è quella fra Federer e Nadal:

“Non so molto su di loro, ma probabilmente racconteremo la loro storia nel futuro. Ma si tratta comunque di un modo di giocare tennis completamente diverso. La giusta distanza nei confronti degli anni ’80 e ’70 ci fa guardare al passato e ad avere risposte da quel periodo”.

È curioso vedere nel film come John McEnroe, lo spavaldo e il monello del tennis, assomigliasse molto a Björn adolescente:

“È qualcosa di vero, Borg fu eliminato dal suo club di tennis per comportamento anti-sportivo. Non era capace di controllare le sue emozioni finché non ha imparato a farlo e ha usato la sua rabbia sui campi da tennis. Anch’io ero curioso di sapere se quest’aspetto era stato esagerato nel film. Björn ha visto il video di Leo che lo interpretava e mi ha detti: ero esattamente così. Era anche divertente, ma quando ho parlato con le persone che gli stavano vicino mi hanno raccontato che era molto sensibile. Lo ero anch’io e so che queste sensazioni scaturiscono dall’insicurezza e dal sentirsi differente”.

Un’altra differenza con John McEnroe:

“Björn aveva avuto un’adolescenza perfetta, al contrario di McEnroe. È facile capire perché McEnroe sia diventato così. Penso che ci sia una sensibilità esistenzialistica, questo appartiene a molti artisti. Borg aveva meno forza di John, è dovuto cambiare ed è stato anche quasi pericoloso. Devi guardare la morte negli occhi e un vuoto esistenziale per creare quest’intensità ed è per questo che Björn ha deciso di ritirarsi a 26 anni. Era qualcosa di molto negativo e ha finito per divorarlo dal suo interno”.

Anche la scaramanzia di Borg è stata confermata dal tennista svedese, una serie di tic e manie che si vedono nel film: “Era una conseguenza della decisione di mettere da parte le sue emozioni, ma anche Roger Federer mi ha confermato, alla premiere svizzera del film, che alcune cose le fa anche lui”.

Borg McEnroe sarà presentato questa sera con alcune star del tennis nostrano e arriverà al cinema il 9 novembre, distribuito da Lucky Red.

Presentato oggi anche il film, opera prima dell’artista Andrea Mastrovito, Nysferatu Symphony of a Century. Perfettamente disegnato porta a New York il Nosferatu di Murnau: il vampiro è un rifugiato siriano: “Nysferatu è un film che parla di mondi differenti che si scontrano, movimenti di popoli, ansia per una colonizzazione inversa, perdita ricerca e conquista della libertà”.

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