Festa del Cinema, David Lynch: Quella volta che volevo uccidere Nanni Moretti

Il premio alla Carriera incontra la stampa prima dell’incontro ravvicinato con il pubblico

David Lynch al photocalla della Festa del Cinema di Roma © (Photo by Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

David Lynch è uno dei pochi registi che possono avere un aggettivo che definisce il proprio cinema. Il regista di Twin Peaks, Velluto Blu ed Elephant Man ha parlato alla stampa della sua visione di cinema e riceverà dalle mani di Paolo Sorrentino il premio alla Carriera.

Coda lunga per stampa e accreditati, ad accogliere il maestro oggi un lunghissimo applauso, il regista ha risposto telegraficamente a quasi tutte le domande che gli sono state rivolte.

Non lo definite il regista dell’inconscio perché “non lo conosce”. Il regista, che ha diretto numerosi film e ha all’attivo quattro nomination agli Oscar, lavora solo con persone di cui si fida: “Puoi controllare solo le persone di cui ti fidi”.

Il regista si è ispirato a Kafka, Jacques Tati e una serie di numerosi registi, ma “a ispirarmi sono soprattutto le idee che sono per me dei doni della domenica mattina”.

Lynch ha anche raccontato un aneddoto raccontato qualche giorno fa da Nanni Moretti nel corso dell’incontro ravvicinato ai tempi di Cannes nel 2003: “Volevo ucciderlo in quell’istante! Amo Nanni non so perché ho avuto questa sensazione”. Il regista, con un altro haiku, non conferma un futuro film di Twin Peaks, ha smentito il film ispirato alla Metamorfosi di Kafka “perché il libro è troppo bello”.

Fra le tante botta e risposta del maestro americano, David Lynch regala alcune perle: come il fatto di non essersi mai pentito di aver detto no a George Lucas per dirigere Star Wars.

“È qualcosa che appartiene a George, è meglio che non m’intrometta”.

Lynch ha anche ricordato David Bowie, che avrebbe voluto nella terza meravigliosa stagione di Twin Peaks e con il quale ha lavorato in Fuoco cammina con me:

“Amavo David, è stato bello lavorare insieme e gli avevo proposto di partecipare a Twin Peaks, mi disse no e ci rimasi male, ma poi ho capito perché”.

David Lynch ha anche ricordato un altro attore recentemente scomparso Harry Dean Stanton:

“Era un attore naturale, una delle persone più genuine che abbia mai conosciuto nello showbiz. Ricordo che eravamo a Cannes per il lancio di Una storia vera ed eravamo insieme ad Angelo Badalamenti e mi ha raccontato di aver sognato dei coniglietti di cioccolata e mi ha fatto ridere. Ha detto una seconda cosa e una terza e siamo scoppiati a ridere fino alle lacrime. Nessuno sapeva far ridere come lui”.

Lynch ha glissato poi la domanda sul caso Weinstein e ha risposto così a un collega che gli chiedeva se fosse stato coinvolto: “Stay Tuned!”.

Il maestro ha, invece, lodato Werner Herzog: “Mi piace il suo film e adoro le persone ossessive”. Sull’aggettivo, lynchiano, che prende origine dal suo cognome:

“Il mio medico mi ha chiesto d non parlare di questo”.

Molte delle domande hanno riguardato la meditazione trascendentale che da anni il regista americano pratica e dalla quale ha avuto molti benefici sia a livello creativo che a livello psicologico:

“Viviamo in un mondo pieno di negatività e stress e questi finiscono per schiacciare il tubetto in cui scorrono le idee. La meditazione, al contrario, permette di far scorrere con più facilità le idee e mi aiuta a superare le situazioni di merda di questa vita. Tutti ne possono beneficiare, si può raggiungere l’illuminazione. Gli esseri umani sono delle creature meravigliose e hanno di fronte a loro un potenziale immenso”.

Non solo la meditazione trascendentale può aiutare tutti:

“In superficie siamo tutti diversi, ma più profondamente siamo una cosa unica. Un’unicità che è un tutt’uno. Questo è il sé con la S maiuscola, citando la Bibbia ‘prima cerca il regno dei cieli che si trova dentro di te e poi tutto il resto ti verrà dato’. Questo è il nostro futuro”.

Con Lynch si finisce di parlare anche di fisica quantistica!

“Spazio e tempo appartengono al campo unificato. Nel campo unificato non esistono né spazio e né tempo, ma questo spazio crea tutto ciò che esiste, inclusi spazio e tempo. Tutto ciò che è qualcosa, siamo di fronte a una sorta di spazio magico, un campo bellissimo dove esistono intelligenza senza confini, amore, energia e pace. Questo campo appartiene a tutti gli esseri umani”.

Cinema, arte, scultura e anche TV, non solo Twin Peaks, gli show televisivi che piacciono al maestro sono Mad Men e Breaking Bad:

“Il cinema deve molto ai soldi, molti lavorano per soldi e altri, invece, credono di lavorare per l’arte e sono più felici. Si va sempre meno al cinema, ma la TV via cavo permette agli autori di realizzar storie e di avere una grande libertà creativa. Unico problema la qualità di immagini e sonoro”.

Per l’artista Lynch la musica gioca un ruolo fondamentale, il tema di Twin Peaks fu affidato ad Antonio Badalamenti e ha usato spesso la musica nei suoi film:

“La musica è astratta e mi suscita emozioni e idee. Per esempio ho scritto Velluto Blu ascoltando Sostaskovic, l’opera numero 15 in E minore. David Bowie è stato fondamentale per Strade Perdure, mentre moltissima musica di Badalamenti mi fa venire idee. Sono d’accordo sul fatto che la musica rende ancora più potenti i film”.

Molti ricordi ed emozioni sono stati condivisi con il maestro: come le lacrime per Elephant Man (“Anch’io ho pianto a dirotto”). Il cinema lo continua a emozionare e lo rende felice:

“Se ci divertiamo nel nostro lavoro siamo più felici, anche una donna delle pulizie se è felice di lavorare renderà i bagni più puliti e splendenti. Anche la meditazione mi ha aiutato a realizzare i miei film”.

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