HUMAN+ Come saremo nel futuro?

Al Palazzo delle Esposizioni di Roma, una mostra ci svela e ci fa riflettere sull'umanità che verrà

Cyborg, superuomini e cloni. Evoluzione o estinzione? Come saremo tra cent’anni?
Dobbiamo continuare ad accettare che la nostra mente, il nostro corpo e la nostra vita vengano modificati o esistono dei confini che non andrebbero mai superati?

La mostra HUMAN+, visitabile al Palazzo delle Esposizioni di Roma fino al 1 luglio 2018, offre ai visitatori l’opportunità di compiere un viaggio attraverso la specie umana, esplorandone i potenziali percorsi futuri. La terza rivoluzione industriale, dettata da tecnologie quali biotecnologia, robotica e intelligenza artificiale, ha profondamente modificato la nostra esistenza e continua a sollevare interrogativi sul futuro: saremo sostituiti dai robot o le manipolazioni genetiche ci renderanno metà umani e metà robotizzati?

Il simbolo “+” in Human, comporta un orientamento positivo per il futuro della nostra specie. Ma qual è questo orientamento? Per gran parte del Novecento il progresso è stato misurato in base all’incremento di velocità ed efficienza – maggiore rapidità significava più forza ed efficacia – ma tutto questo ha avuto come effetto collaterale quello di renderci più grassi, più tristi e più stanchi.

L’esposizione propone 40 opere composte da installazioni, foto, sculture e film con cui scienziati, artisti e designer spingono il pubblico a riflettere sui possibili cambiamenti. I lavori sono spesso provocatori, esasperati, ai limiti dell’umano e dell’accettabile. Ragionare e fantasticare sul futuro è sempre stata una necessità dell’uomo perché, in fondo, “il futuro è sempre esistito” come direbbe lo scrittore e giornalista Edoardo Poeta che su questo tema ha scritto un libro estremamente interessante, edito dalle Edizioni Falsopiano (libro che vi invito a leggere – si trova tranquillamente su Amazon).

Lo sapevate, ad esempio, che nel 1962 un settimanale di Trapani indovinò che nel 2000 avremmo fatto tutto con il telefono? Una “profezia” che lascia esterrefatti. Non si tratta, però, di un falso storico né di una fantasia. Quella previsione non era stata la prima né sarebbe stata l’ultima. Giornali via fax, telefonini multimediali, banche online, e-learning, esposizioni d’arte virtuali, sintesi vocale e, perfino, l’idea di Google libri. Tutto previsto e, talora, in sperimentazione, più di 50 anni fa, prima del web. Com’era possibile che il nostro presente tecnologico esistesse già tra gli anni ’50 e ’60? Il domani – come idea, aspirazione, progetto – è sempre esistito? Un viaggio nel “futuro del passato” tra curiosità, coincidenze, cultura pop, aneddoti e storia sociale. Con un dubbio: il futuro esisterà ancora?

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