I Fantasmi d’Ismael sarà al cinema il prossimo 25 aprile ed è stato presentato oggi a Roma dal regista Arnaud Desplechin e da due dei suoi protagonisti Alba Rohrwacher e Louis Garrel.
Al centro del film Desplechin mette tutti i fantasmi di Ismael, un regista che lavora a un film dedicato al fratello scomparso, Ivan, e che ha detto addio 20 anni prima alla moglie scomparsa Carlotta. I due fantasmi del regista s’intrecciano in un film che è a volte un mosaico, a volte un rompicapo, ma che il grande regista francese riesce a condurre con estrema chiarezza.
I Fantasmi d’Ismael uscirà al cinema in due versioni, una durerà 114 minuti, l’altra una director’s cut di 25 minuti in più ed entrambe saranno distribuite da Europictures a partire dal 25 aprile definite dal regista rispettivamente come “romantica” e più “mentale”. La seconda versione sarà presentata dal regista durante il Rendez-Vous. Al centro del film c’è un regista, Arnaud Desplechin ha raccontato dove ha preso spunto per questo film:
“Ho scritto molti appunti e volevo realizzare un film su un regista, ma diverso da me: Ismael è troppo eccessivo, fuma e beve troppo. Volevo poi raccontare un film di spionaggio divertente, Les Aventures d’Ivan, e avevo in mente Broadway Danny Rose di Woody Allen, ma non avevo ancora la storia del film. Un giorno ho mostrato a un produttore la scena della spiaggia in cui una donna chiede all’altra se a Ismael ancora non piacesse nuotare ed ecco che avevo la mia trama”.
Ismael è un regista vedovo che ha perso la moglie 20 anni prima e sta realizzando un film sul fratello scomparso a sua volta. Ecco che I fantasmi d’Ismael si dirama in due film: il primo sul triangolo amoroso fra il regista, l’attuale compagna (Charlotte Gainsbourg interpreta un’astrofisica) e l’ex compagna (Marion Cotillard) e il secondo, il già citato Les Aventures d’Ivan, in cui recitano due attori interpretati da Louis Garrel e la nostra Alba Rohrwacher.
L’attrice ha raccontato com’è stato l’incontro con il regista, di cui è una grande fan:
“È stato molto emozionante, è stato uno di quei casi in cui fra la notizia dell’incontro e l’avvenuto incontro ho vissuto un’emozione profonda. Il film è una fonte d’ispirazione, Arnaud mi ha fatto amare questo mestiere. Sono volata a Parigi e abbiamo parlato in inglese e ho vissuto l’avventura come Ariel, l’attrice che interpreto, un personaggio doppio: Ariel e Faumia fra Shakespeare e un fauno, proprio com’era scritto nelle note di sceneggiatura arrivava sulla scena come un piccolo cervo”.
All’interno de I Fantasmi d’Ismael ci sono più film che coesistono, come ha anche sottolineato lo stesso regista:
“Ho sempre provato una forte ammirazione per Godard che face un cinema di poesia, ma mi ha sempre affascinato di più il lavoro di Truffaut che faceva un cinema di prosa, mi affascina la finzione. È difficile presentare per me questo film perché è come se fossero cinque film insieme che rappresentano un flusso di finzione. Mi attrae del cinema, la potenza della storia, per me serve a questo: riparare la vita”.
Nel film sono numerosi i riferimenti alla letteratura e all’arte. Ismael racconta il film al suo produttore esecutivo davanti a un quadro di Pollock, mentre c’è una lungo discorso sulla prospettiva nel mondo dell’arte mettendo a confronto van Eyck e i suoi Coniugi Arnolfini e L’Annunciazione di Angelico ed è innegabile il riferimento ad Alfred Hitchcock:
“Amo il cinema, anche se faccio film d’autore per me è un’arte popolare e mi piace nobilitarla, per questo ho inserito i riferimenti all’arte. E nel film ho anche raccontato la storia di un uomo che rincontra la sua donna ed è naturale che abbia pensato a La Donna Che Visse Due Volte e a James Stewart che incontra due volte Kim Novak. Anche il personaggio di Carlotta si chiama così perché è un omaggio a Carlotta Valdes. Realizzando il film ogni volta che m’ispiravo troppo a Hitchcock, tornavo a Bergmann e viceversa”.
Bergmann, Truffaut, Hitchcock e Godard sono solo alcuni dei riferimenti che hanno guidato Desplechin nella realizzazione di questo film, ma ne I Fantasmi d’Ismael c’è anche spazio per parlare del rapporto pazzesco che s’instaura fra regista e produttore esecutivo, come dimostra la meravigliosa scena fra Almaric e Hippolyte Girardot che il regista ha definito “esplosiva”. Al termine della scena il regista-Almaric gli spara, un “sogno proibito” per il regista francese più amato dai cinefili.
Il director’s cut de I Fantasmi d’Ismael presenta una lunga scena fra Mathieu Almaric e Alba Rohrwacher l’ha raccontata l’attrice:
“È molto bella, è jazz, la scrittura è molto emozionante, c’è un confronto molto sincero fra regista e la sua attrice. È stata la prima che ho girato, me la ricordo come un sogno, mi ricordo quella giornata in modo molto sfumato, come se fosse un sogno, mi ricordo una fortissima alchimia con Matthieu, potevamo continuare ad andare avanti fino all’infinito”.
Nel film c’è anche un chiaro riferimento a James Joyce e al suo Ulysses, il padre di Carlotta è il regista Bloom, mentre il nome in codice del fratello è Dedalus:
“Cerco sempre di dare ai miei personaggi nomi che il pubblico riconosce, per esempio Bloom è un nome che rappresenta sia l’eroe dell’Ulisse che un ex primo ministro francese anche se la grafia era Blum; per questo motivo Carlotta all’anagrafe fa lo spelling del cognome e in un’altra scena viene riconosciuta come la figlia del regista Bloom e inoltre è un cognome ebraico. Il rapporto fra Ismael e Bloom è simile a quello che c’è fra Bloom e Dedalus nel libro di Joyce”.
Il regista è profondamente influenzato dalla letteratura così come da altri film:
“Non farei il regista se non vedessi tanti film, non capisco i registi che non sono cinefili. Ho bisogno di nutrirmi di film, allo stesso modo adoro romanzi e saggi e ho il bisogno di tuffarmi in questo mondo di finzione”.
Desplechin ha poi parlato degli attori al centro del suo meta-film Louis Garrel e Alba Rohrwacher:
“Louis lo conosco da quando era bambino, ero amico di suo padre e di suo nonno, quando ho scritto Ivan avevo bisogno di un attore molto carismatico e Alba, avevo visto i suoi film precedenti e volevo lavorare con lei e pensavo alla loro coppia, una coppia meravigliosa. Il suo personaggio non sappiamo se è imbecille o un genio”.
Louis Garrel, invece, recita con un aspetto meno affascinante:
“Il suo personaggio ha una fisionomia brutale e non attraente, aveva appena finito di girare Il mio Godard, per descriverlo gli ho detto: è un ragazzo vergine di 30 anni. E lui ha sbarrato gli occhi e mi ha detto: com’è possibile?”.
Al centro del film c’è sempre Roubaix, la città del regista, dove Ismal scappa per ritrovare se stesso:
“Sono fiero di essere di Roubaix perché è la città più povera della Francia, Ismael si rifugia quando non riesce a capire più nulla. Mi ha fatto pensare a Philip Roth che ha ambientato tutti i suoi libri a Newark, la città in cui è nato”.
Ismael ha il volto di Mathieu Almaric, un attore spesso scelto da Desplechin perché “è l’unico che non si prende sul serio e il fatto che diriga anche porta sul set un secondo regista”, mentre la nostra Rohrwacher è stata scelta perché “non è schiacciata dalle due più grandi attrici francesi protagoniste del film”, attrici che rispondono al nome di Marion Cotillard e Charlotte Gainsbourg.














I fantasmi d’Ismael è un puzzle che si svela tassello per tassello sotto l’abile direzione e scrittura di uno dei più cinefili e acculturati registi francesi. Al cinema dal 25 aprile con Europictures in associazione con la neonata Dragon Production.