L’epopea di una donna che segnò i destini della Cina

Tzu Hsi, l'affascinante vita di una donna che da concubina arrivò al trono di Imperatrice del Celeste Impero. Sempre in lotta tra modernizzazione e tradizioni

 

Conoscere e capire un popolo è certo difficile, ma spesso la sua storia e le fasi che hanno accompagnato i governi aiuta ad interpretare certi atteggiamenti che sono incomprensibili per altre culture.

Così la figura dell’ imperatrice della Cina Tzu Hsi è sicuramente un interessante viaggio nella decodificazione del popolo cinese di oggi e nel suo rapporto con l’Occidente.

Tzu Hsi visse tra il 1835 al 1912 lasciando nella vita della sua gente un segno tangibile di ammirazione, di affetti e odio.
Ella regnò, sino alla fine della dinastia Manciu, già dall’inizio  della penetrazione occidentale nel Celeste Impero, determinato dai trattati con Inghilterra, Francia, Germania, Russia.

Una vita iniziata da concubina, poi preferita, madre del primo figlio maschio dell’Imperatore, capace manipolatrice di alleanze importanti, abile alleata della moglie dell’imperatore, sempre audace nelle decisioni e forte nella visione dell’impero. Purtroppo Tzu Hsi era troppo legata alle tradizioni e così si dimostrò debole nel comprendere la necessità di innovare e riformare. Da concubina, con un percorso intrigante alla nomina di imperatrice.  Ma i suoi legami con le usanze passate la spinse ad allerasi con i tradizionalisti, fino a diventarne una vittima sacrificale.

C’ è un detto di Confucio, “Osservate le azioni di una persona: scrutate i suoi motivi; notate le cose che gli piacciono. Come potrà allora nascondervi la sua vera natura? ”.
Leggendolo fra le righe dunque è peculiare nella cultura del popolo cinese, non dare informazioni di sé per non dare informazioni della propria vera natura, nè per far capire fino in fondo il proprio pensiero.

Questo principio fu applicato, forse per rafforzare il devoto rispetto delle popolazioni, verso i sovrani che la storia si limita a descrivere come: forti o deboli, dominati o dominanti.

Per entrare ancora di più nel vero carattere di Tzu Hsi ci affidiamo ad una nota, riportata dalla principessa Der Ling,veramente sorprendente. L’imperatrice, ormai anziana, diede, o meglio “concesse” un ricevimento a signore occidentali di alto lignaggio.
Nell’occasione l’imperatrice diede ordine di cambiare tutti gli addobbi della residenza, così da non mostrare le proprie preferenze e le abitudini. Le porte furono cambiate, i colori preferiti vennero sostituiti con il celeste detestato dall’imperatrice, il letto cambiato negli ornamenti e le opere scolpite in legno ricoperte di tessuto. L’imperatrice raccomandò alle dame di informare però le visitatrici che tutto veniva cambiato ad ogni udienza per creare, sempre una nuova verità ed una sorpresa. “Bisogna ben dirglielo altrimenti nessuno ne saprebbe nulla e allora sarebbe fatica sprecata”.

Ecco che la scarsità di fonti attendibili sulle azioni personali dell’imperatrice porta a raccontarla attraverso il suo operato, che è divenuto storia approfondita come riporta Carlo Dragoni nel libro “La meravigliosa vita di Tzu HSI imperatrice della Cina”.

Dai documenti raccolti emerge che la sua bellezza aveva un consenso generale, come il suo fascino personale senza il quale non si spiegherebbero né la seduzione che essa esercitò nè le passioni che destò.

Non ci sono illustrazioni o foto se non di quando era già anziana. Pare che il ritratto della persona venisse dipinto solo dopo la sua morte. Comunque Tzi Hsi apparì bellissima e altamente desiderabile. La salute fu dalla sua parte così che non fu mai distolta dagli affari di stato.

La sua passione erano il teatro, le passeggiate e le gite ai laghi nei parchi della città proibita e nel palazzo d’estate.

Tornando alla storia compì delle azioni che non le furono perdonate. Quando il figlio morì freddamente decretò la morte della nuora incinta, riservando il trono ad un nipote, tradì le tradizioni, proprio lei che ne richiamava sempre il rispetto.
Poi quando fu il momento dell’ascesa al trono del sovrano designato, poté regnare solo 100 giorni perché lo confinò e segregò per le sue idee innovative e riformiste verso un Occidente che oramai stava dominando l’Oriente.

La Cina scelse la via contraria e cioè quella di sfuggire ad ogni influenza esteriore. Invece di cercare la salvezza nell’adottare “tout court” i metodi scientifici, tecnici, politici dell’occidente, come fece il Giappone.

La Cina si chiuse in sé stessa e sbarrò le proprie porte in modo che nulla di nuovo: uomini, merci o idee che fossero, entrassero nei suoi confini e nelle tradizioni – afferma Carlo Dragoni

Per concludere Tzu Hsi fu grande nelle virtù come nelle colpe, nella verità come nell’errore. Certo è che attraverso la storia di questa donna possiamo  farci affascinare da un personaggio unico e forse, seguendo la sua vita  capire qualcosa delle tradizioni e delle convinzioni del suo grande Impero.

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