L’8 marzo nei musei e aree archeologiche di Roma

Ecco tutte le iniziative promosse da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali nell'ambito del programma educativo "Patrimonio in Comune. Conoscere è partecipare". Organizzazione e servizi museali a cura di Zètema Progetto Cultura.

Domani, in occasione della Giornata internazionale della donna, Roma Capitale propone una serie di iniziative dedicate alla valorizzazione del talento femminile nell’arte e nella cultura e alle protagoniste della vita culturale e sociale della città (e non solo) lungo le vie, nei musei e nei siti archeologici.

L’iniziativa è promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali nell’ambito del programma educativo “Patrimonio in Comune. Conoscere è partecipare”. Organizzazione e servizi museali a cura di Zètema Progetto Cultura.

Due dei numerosi appuntamenti sono dedicati alla storia collettiva e alle vicende singole delle donne che presero parte attiva al Risorgimento, in particolare alla Repubblica Romana del 1849: “Risorgimento al femminile: partecipare, condividere, lottare” al Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina e “Giuditta e le altre: idealità e coraggio nel Risorgimento Romano” al Mausoleo Ossario Garibaldino. Nel video “Cinco mujeres / Cinque donne” si narra invece la storia di cinque donne curde che, superando le difficoltà della guerra e dei regimi dittatoriali, hanno reagito diventando imprenditrici. Le riprese sono state realizzate dalla famosa fotografa Begoña Zubero, di cui è in corso la mostra “NEEEV. Non è esotico, è vitale” al Museo di Roma In Trastevere.

Dalla lotta alla fascinazione muliebre sull’opera di grandi artisti, come nella scultura Donna Franca Florio ritratta da Pietro Canonica al Museo Pietro Canonica, ritratto della bellissima baronessa Franca Jacona di San Giuliano, moglie del grande imprenditore siciliano Ignazio Florio, o come il percorso animato e partecipato per tutti al Museo Napoleonico Visioni e racconti di donne Bonaparte fuori da schemi e … cornici, alla scoperta delle figure femminili che popolano il museo. Si passa poi dalle donne ritratte alle donne che ritraggono nell’incontro Le artiste della Scuola Romana, vite e viaggi tra Roma e l’Europa al Museo della Scuola Romana a Villa Torlonia, con la celebrazione delle artiste che hanno rinnovato l’ambiente culturale romano interbellico attraverso la loro arte e la loro personalità. Fra queste, Edita Walterowna Broglio, Antonietta Raphaël Mafai, Pasquarosa, Adriana Pincherle e Katy Castellucci. L’appuntamento Dalla donna ritratta alla donna artista, alla Galleria d’Arte Moderna, è invece un inedito viaggio dalle sculture della collezione permanente fino alle opere esposte nella mostra in corso “Materia Nova”, con la presenza della donna sia come “oggetto” della rappresentazione sia come artista.

Nel ricco programma non mancano incontri dedicati alle figure femminili nell’antichità come nell’appuntamento Le donne ai tempi degli imperatori ai Mercati di Traiano, che offre una nuova percezione della donna romana, lontana dall’ideale di colei che “custodiva la casa filando la lana”. Infine, è possibile approfondire il ruolo sociale della donna negli itinerari Diventare donne rispettabili! La dote, il matrimonio, i figli oppure Le donne di Campo Marzio: meretrici, partorienti, mammane e modelle, una passeggiata per ripercorrere la storia di Campo Marzio attraverso le vicende delle figure femminili che lo hanno animato tra il XVI e il XIX secolo: dal Convento delle Convertite al “Serraglio delle pubbliche meretrici”. E ancora, sulla presenza femminile in ambienti politici di potere: Livia e Giulia: relazioni pericolose nella famiglia di Augusto e Cleopatra e le altre: le donne del Sepolcreto della via Ostiense. Diverse sono le mostre dedicate alla tematica femminile ospitate nei musei civici.

Il Museo di Roma in Trastevere propone due esposizioni fotografiche che raccontano la realtà attraverso lo sguardo della sensibilità visiva: Prima, donna. Margaret Bourke-White documenta attraverso oltre cento immagini la visione e la vita controcorrente della fotografa statunitense, una tra le figure più rappresentative ed emblematiche del fotogiornalismo (a corredo della mostra anche il ciclo di incontri “Storie di fotografe e di immagini”) mentre NEEEV. Non è esotico, è vitale ospita una selezione di diciotto fotografie di grande formato di Begona Zubero, che descrive la ricostruzione della città di Mosul dopo la terribile offensiva che ha portato alla sconfitta dello Stato Islamico. Ancora, al Museo di Roma la mostra Segni è un progetto pedagogico, fotografico e di comunicazione, sul tema della violenza contro le donne, per sensibilizzare i giovani studenti e fornire loro strumenti culturali e cognitivi per contribuire alla prevenzione del fenomeno.

A Villa Borghese, nel Tempietto di Diana è visibile l’installazione artistica dell’artista Guido Iannuzzi dal titolo Dafne is back. L’opera – esposta fino al 27 marzo e a poche centinaia di metri dall’opera di Gian Lorenzo Bernini, conservata all’interno della Galleria Borghese, che rappresenta il mito classico da cui “Daphne is back” trae origine – è una sorta di sequel concettuale del mito tradizionale di Dafne e Apollo, che viene attualizzato nel momento in cui Dafne torna libera e non più imprigionata nella pianta di alloro in cui si era trasformata per fuggire alla violenza. L’installazione suggerisce che la mimesi, il nascondersi o il fuggire, debbano essere solo strategie temporanee, emergenziali, di fronte alla violenza, mentre è assolutamente necessario liberare Dafne e permetterle di essere sé stessa, mostrando la propria corporeità e il proprio pensiero senza il rischio di subire violenza fisica o psicologica. Questo vale non solo per Dafne e le donne, ma per chiunque sia costretto a nascondere la propria natura e le proprie idee per sfuggire alla violenza o all’emarginazione. L’opera ferma esattamente il momento in cui le due frecce in piombo e in oro, che avevano dato avvio al mito classico, si incontrano facendo smaterializzare la pianta di alloro che aveva protetto, imprigionandola, l’essenza di Dafne. La ninfa sparisce alla vista degli astanti essendo tornata alla sua piena libertà, rimangono ancora, per pochi attimi, solo le foglie di alloro che volteggiano sospese nell’aria come unico riverbero ed eco del precedente stato assunto da Dafne.

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