Prosegue il viaggio di Radiocolonna alla scoperta degli aspetti meno noti e più particolari di Roma e della sua storia. Questa volta siamo all’Isola Tiberina. Qui, nel 1760, nacque la Veneranda confraternita de’ devoti di Gesù Cristo al Calvario e di Maria Santissima Addolorata in sollievo delle anime sante del Purgatorio. Si trattava di un gruppo di devoti cittadini romani che – per alleviare le sofferenze delle anime del purgatorio – ponevano in essere azioni quali preghiere, elemosine e tappe della via crucis. Ma si dedicavano anche a un’attività molto più particolare: recuperare i cadaveri delle persone annegate nel Tevere e dare loro sepoltura. Venivano chiamati volgarmente i Sacconi Rossi per il mantello e il cappuccio rosso che erano soliti indossare. Riconosciuti ufficialmente da Pio VI Braschi nel 1784, nei secoli successivi l’attività dei Sacconi Rossi si è ridimensionata ma non è sparita del tutto. Ancora oggi, nella Roma del 2019, il 2 novembre – giorno dei morti – si svolge una processione in cui gli eredi dei confratelli indossano mantelli rossi e si muovono attorno all’isola Tiberina continuando a celebrare e a ricordare le vittime del fiume. All’Isola Tiberina è ancora presente un ossario – macabro e suggestivo – in cui sono conservate le ossa di coloro a cui i Sacconi Rossi – nei secoli – hanno dato sepoltura.
Proprio il 2 novembre, nei sotterranei dell’oratorio dell’Addolorata, uno scheletro viene vestito con un mantello rosso i quella che rimane una delle tradizioni più curiose e ancestrali della Roma settecentesca.
(foto copertina del blog Rocaille)





