La profezia dell’armadillo, il film tratto dalla graphic novel al cinema

Presentato a Venezia 75 nella sezione Orizzonti, ce ne parlano i protagonisti Simone Liberati, Pietro Castellitto e il regista Emanuele Scaringi

Emanuele Scaringi e Pietro Castellitto in una scena di La profezia dell'Armadillo, il film ispirato alla graphic novel di Zerocalcare

La profezia dell’armadillo è la prima graphic novel di Zerocalcare portata sullo schermo da Emanuele Scaringi e interpretata da Simone Liberati, Pietro Castellitto e Valerio Aprea.

Presentato nella sezione Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia, La Profezia dell’Armadillo è stato scritto dallo stesso Zerocalcare, Oscar Glioti, Valerio Mastandrea e Johnny Palomba. A dirigere il film Emanuele Scaringi:

“È stata una grande avventura che ho potuto dividere con Simone, Pietro, Valerio, Laura. È un esordio, un film piccolo indipendente, è un fumetto che racconta la vita dell’autore, si tratta anche di un’elaborazione del lutto con i toni della commedia”.

La profezia dell’Armadillo racconta la storia di Zero, fumettista precario con un’aberrazione per il centro di Roma e la cui vita viene sconvolta da una notizia terribile: la sua compagna di classe Camille, della quale era innamorato, è morta improvvisamente. 

Il regista Emanuele Scaringi e Michele Rech, in arte Zerocalcare, si conoscono da tantissimo tempo:

“Lo conosco da anni e lo seguo da anni, mi piace il disincanto con cui racconta la periferia. Ci sono cose strane: Michele ha fatto per una vita un lavoro normale e improvvisamente fa il botto e ti iniziano a chiedere qualsiasi cosa. Faccio questo lavoro da 20 anni, ho provato a raccontare la storia del fumetto nel modo più rispettoso possibile”.

Portare sullo schermo le strisce di un fumetto di culto non è stata un’operazione semplice, Scaringi racconta com’è stato il passaggio:

“La sceneggiatura è insolita, i dialoghi sono brillanti, l’elaborazione del lutto è al centro della storia. C’erano molti ambienti, c’era l’ambiente della casa di Zero e altri 40 ambienti, era un film grosso per una pellicola indipendente. Volevamo raccontare la periferia disincantata”.

A interpretare Zerocalcare, Simone Liberati, mentre Pietro Castellito è Secco, l’amico del fumettista che si spara lo spray al peperoncino per darsi una botta di vita:

“Abbiamo passato qualche ora insieme – ha spiegato Liberati – gli ho chiesto un consiglio, lui mi ha detto: non so che dirti, questo mi ha molto liberato, non ho sentito più la presenza ingombrante del fumetto”.

Valerio Aprea è, invece, l’Armadillo, la coscienza di Zerocalcare:

“Ho dato la voce e le membra che ne portano ancora i segni indelebili, è stato ai limiti dell’ospedaliero, è stato faticoso e duro e molto divertente. Quando mi ricapita di recitare in uno scafandro! È stato divertente e stimolante attorialmente, devi recitare con i mezzi espressivi ostacolati”.

Centrale nel fumetto, più marginale nel film la partecipazione di Zerocalcare al G8:

“Genova è molto importante nei lavori di Michele, in un film che dura un’ora e mezza, non volevamo sfruttarla, abbiamo tentato di parlarne sdrammatizzandola. Oggi Genova la conoscono tutti, ma la capisce solo chi c’è stato e non volevo fare un film di reduci”, ha spiegato il regista.

A Venezia era anche in programma il film dell’altro fumettista Gipi, Il ragazzo più felice del mondo, ma il regista assicura che non c’è nessuna competizione. 

La profezia dell’armadillo vi aspetta in sala il 13 settembre, distribuito da Fandango. Distante dal fumetto, la commedia risulta comunque godibile merito dell’alchimia fra i due protagonisti e di una sceneggiatura che funziona. 

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