Dal Corriere della Sera riprendiamo questa affascinante “saga” che si svolge al sito di Ostia Antica.
Grandi relitti, alcuni ancora oggi visitabili sott’acqua e conservati dal Mediterraneo, antiche cave, i porti di partenza, le rotte, le destinazioni…
Un racconto affascinante con percorsi navali impensabili per l’epoca, narrato dalla voce di due studiosi Mariarosaria Barbera e Roberto Petriaggi che coniuga il rigore scientifico dei contenuti con la capacità evocativa e passione.
Questo è quanto offerto ai visitatori virtuali che da oggi alle 16.30 si collegheranno online con il sito del Parco archeologico di Ostia Antica, località-chiave per comprendere «Le vie marittime del marmo nel mondo romano», sottotitolo dell’iniziativa intitolata DaH’Orbe aH’urbe.
Proprio dal porto marittimo di Roma passarono infatti migliaia di tonnellate di pavo- nazzetto, porfido rosso, serpentino verde, di giallo antico e bianco, utile per rivestir pareti o imitare l’incarnato nelle sculture antropomorfe.
Le cave lungo i bordi del Mediterraneo e del Nilo, i trasporti navali, le grandi macchine lignee, un esercito di artigiani per sagomare le fogge e consegnare i marmi destinate alle élite romane o alla corte imperiale.
Barche da 350 tonnellate raggiungevano la foce del Tevere, porto di Ostia, per risalire il corso del fiume e depositare i blocchi all’Emporium di Testaccio..
Barbera, che del Parco archeologico di Ostia Antica è il direttore e Petriaggi forniranno il racconto dettagliato di questa sorta di globalizzazione ante-litteram, analizzando le figure, compreso il Procurator marmorum, sorta di odierno ministro, con strategica sede sotto l’Aventino e la complessa organizzazione che rendevano possibile, ad esempio, scegliere colonne monolitiche di granito in Alto Egitto e trasferirle a Roma, dove ancora oggi sostengono il portico del Pantheon.
Ed è una vera e propria epopea, quella dei ricercatissimi marmi romani, una «febbre» che durerà secoli e secoli dopo il declino della capitale dell’Impero. Dal clero a Carlo Magno, tutti i potenti preleveranno marmi da Roma per abbellire Saint Denis a Parigi, il Duomo di Pisa, la Cappella Palatina di Aquisgrana, il battistero di Firenze e un’infinità di altri monumenti tra cui l’abbazia di Montecassino per i lavori condotti tra XI e XII secolo.