Domani a partire dalle ore 10:00, presso la sede di Roma del ministero dello Sviluppo economico “si terra’ un presidio delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo”. Lo afferma in una nota la Slc Cgil di Roma e del Lazio.
“Il governo Meloni – continua la nota – non puo’ vanificare anni di lotta. Dal 1947 si aspetta una legge che disciplini in modo chiaro il mondo della cultura, che lo indirizzi, che lo rappresenti. Questa estate e’ finalmente entrata in vigore una legge contenente strumenti e principi che restituirebbero la giusta dignita’ a una categoria deregolamentata e priva di tutele. Nella legge di Bilancio non sono, pero’, previsti i finanziamenti per l’indennita’ di discontinuita’ – sottolineano i sindacati -, una misura gia’ presente in molti paesi e che consiste nel riconoscimento di un reddito ai lavoratori del comparto per il periodo compreso tra un lavoro e un altro. Questa indennita’ – prosegue la Slc Cgil – non e’ un sussidio: nasce dalla consapevolezza, ormai acquisita, che il lavoro nello spettacolo e’ strutturalmente discontinuo: un’attrice, un compositore, una musicista, cosi’ come un tecnico, una scenografa o un disegnatore luci, tra uno spettacolo e l’altro si preparano, studiano, compongono, si esercitano. Ed e’ il minimo che tutto questo venga riconosciuto. Sono gli ultimi giorni utili per approvare gli emendamenti che farebbero sopravvivere questa previsione. Altrimenti tutto tornera’ indietro di parecchi anni e il lavoro nella cultura, gia’ annichilito dalla pandemia e dalla crisi economica, rischiera’ di scomparire sempre di piu’. La cultura non e’ un costo – conclude la Slc Cgil -. E’ uno strumento di crescita sociale ed economica per il nostro Paese. Un Paese che taglia la cultura, ruba il futuro ai suoi cittadini. Invitiamo ad aderire a questa manifestazione lavoratrici e lavoratori, gruppi, movimenti e associazioni che insieme a noi hanno lottato fino a qui e non smetteranno di farlo fino a quando non saranno ascoltati”