Legge cinema, addio alla censura e film italiani ed europei più tutelati

Il CdM ha approvato i decreti sul cinema, cosa cambia: dal numero di film italiani in sala agli investimenti che cambiano il panorama audiovisivo nostrano

È stata approvata dal CdM la Legge Cinema, una norma attesa per moltissimi anni, 40 come è sottolineato dal sito del MiBACT.

Fra le tante misure, “concrete per promuovere il cinema italiano” come ha sottolineato il ministro Dario Franceschini, contenute nei tre decreti legislativi: la promozione dei film europei e italiani, l’abolizione della censura e la tutela delle tante – e bistrattate – professionalità del cinema e dell’audiovisivo.

Dopo che per anni la scure ha tagliato film e in certi casi capolavori (l’ultimo a essere censurato, in ordine di tempo, l’horror italiano Morituris), la censura non esiste più. I film arriveranno in sala senza tagli o modifiche e vengono stabiliti delle nuove fasce di età dei divieti:

– opere per tutti
– opere non adatte ai minori di 6 anni;
– opere vietate ai minori di 14 anni;
– opere vietate ai minori di 18 anni.

Insieme alle quattro fasce, viene introdotta un sistema di icone per avvisare la presenza di eventuali contenti sensibili nel film. Gli operatori cinematografici individuano la fascia e la sottopongono alla neonata Commissione per la classificazione (al posto delle sette per la revisione). Anche le sanzioni saranno diverse. Ai nuovi divieti si aggiunge un regolamento specifico di Agcom dedicato a videogiochi e al web con l’introduzione di sanzioni di tipo “reputazionale”.

Sulla falsa riga della legge francese, si promuovono i film italiani ed europei: sono previste delle nuove quote minime per la promozione di opere realizzate nel nostro Paese e nell’UE. Già a partire dal 2018, è prevista una moratoria per adeguarsi alla nuova legge. L’Agcom farà rispettare gli obblighi e si occuperà di sanzioni: da 100mila a 5 milioni, per una norma, già criticissima dalle TV, e che riguarderà anche i colossi Netflix e Amazon Prime.

I nuovi obblighi prevedono la quota minima del 53% di opere europee per il 2019, del 56% del 2020 e del 60% del 2021. Per il 2019 è prevista anche una sottoquota relativa ai prodotti realizzati in Italia. Le percentuali sopraelencate riguardano gli anni, mentre per la TV riguarda la settimana. Il prime time televisivo deve essere dedicato a prodotti realizzati in Italia: 12% per la Rai e 6% per le altre emittenti.

Aumentano anche gli investimenti, come riporta l’Ansa, il settore privato dovrà investire il 10% delle entrate annuali (12,5% nel 2019, 15% nel 2020, mentre la Rai sono 15% dei ricavi (18,5% nel 2019 e 20% nel 2020).

Non solo, la legge Cinema introduce anche novità in ambito di tutela dei lavoratori del settore. Aumentano i contratti a tempo indeterminato. E il cinema e l’audiovisivo entrano a far parte anche dell’apprendistato. Inoltre, entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge sarà pubblicata una classificazione uniforme relativa ai mestieri del cinema e alle altre professioni dell’audiovisivo.

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