Liberalizzato il diritto d’autore, Soundreef sfida Siae

Con il decreto fiscale 148 è caduto il monopolio sul diritto d’autore. La società fondata da Davide d’Atri e patrocinata da Fedez potrà lavorare in Italia attraverso un’associazione no profit, contendendo alla Siae i suoi musicisti

La concorrenza nella gestione del diritto d’autore aiuterà gli artisti e sarà una vera e propria manna per i musicisti emergenti, che potranno così riscuotere in tempi ragionevoli quanto spetta loro per l’utilizzo della propria arte. Lo hanno sostenuto Davide d’Atri e Fedez in conferenza stampa ieri presso il Cinema Alcatraz a Trastevere. Il primo è il fondatore di Soundreef, società di “collecting” per la gestione del diritto d’autore, alternativa a Siae, che ha raccolto dal 2011 oltre 11 mila musicisti italiani, fra cui appunto il famoso (e mondano) rapper Fedez. L’artista, che ha sposato la crociato pro-liberalizzazione di Soundreef già da due anni, è convinto che liberalizzare il mercato dia maggiori tutele: “ci sono realtà molto efficienti in grado di informare i musicisti quando la loro musica viene suonata e garantire l’equo pagamento del diritto d’autore in tempi ragionevoli” – ha dichiarato.

Il cammino legislativo è stato particolarmente arduo: nel 2014 la direttiva europea Barnier si è espressa per la massima libertà di scelta da parte degli artisti. Solo sotto minaccia di una procedura di infrazione, l’Italia si è dotata della corrispondente legge. Il decreto fiscale 148/2017, legato alla Legge di Stabilità, consente infatti a tutti i soggetti, dall’inizio di quest’anno, di intermediare i diritti d’autore, purché si appoggino ad entità no profit. Soundreef ha scelto per questo l’associazione LEA (Liberi Editori Autori), costituita ad hoc. La legge ha già avuto un effetto dirompente sulla società, prescelta da pochi giorni da tanti musicisti come Enrico Ruggeri, J-Ax e 99 Posse. Gli artisti, che hanno potuto così lasciare liberamente la Siae, hanno seguito l’esempio di nomi altrettanto noti della musica italiana: Gigi D’Alessio, Fabio Rovazzi, Nesli, Maurizio Fabrizio, il maestro Adriano Pennino.

I vertici di Soundreef, che ha sede a Londra, si sanno muovere in fretta e si sono già accordati con SUISA, la storica società nazionale svizzera di gestione collettiva di diritti d’autore, e YouTube, uno dei più importanti digital service provider al mondo. Come funziona la nuova raccolta? “Chi organizza concerti ed esibizioni oggi dovrà pagare in base ai diritti effettivamente utilizzati, quindi pro-quota – spiega d’Atri – se alcuni artisti appartengono alla Soundreef, i diritti verranno pagati in percentuale a noi, oltre che alla Siae”. La società si è organizzata con una piattaforma che avverte i musicisti quando un loro brano viene trasmesso sui media, garantendogli massima informazione e dunque pagamenti puntuali entro 90 giorni, attraverso un borderò elettronico.

Il cammino, tuttavia, è ancora in salita per le realtà che vogliono sfidare Siae. “Un mercato libero deve comunque avere delle regole, e oggi Siae può ancora pretendere i diritti da chi non è iscritto – conclude d’Atri. Infine, questo è un momento di transizione e devono cambiare le regole di ingaggio. Ma in questo le istituzioni devono ottenere la massima collaborazione di noi protagonisti del mercato”. Adesso si attende la risposta di Siae, che dal mercato libero potrebbe trarre – chissà – nuova linfa.

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