La Vita Davanti a Sè: Libri da leggere e ri-leggere

Nella rubrica di letture estive ai titoli suggeriti diamo anche l'emozione della voce che, leggendo alcune righe, ci trascina dentro le pagine che seguono

 

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Come l’estate scorsa anche quest’anno abbiamo pensato di proporvi alcuni libri da leggere. Poche cose sanno darci tanto benessere e compagnia come le pagine di una lettura che ci “appartiene”. Davanti al mare o a montagne e pascoli ogni parola scritta si amplifica e coinvolge. Diventiamo noi i protagonisti della vicenda e ci muoviamo dentro i più svariati set.

Per queste vacanze abbiamo scelto di fare un mix fra alcuni titoli già proposti ma che vanno ancora forte ed altri, sicuramente “più vecchi” ma che sono assolutamente da ricordare e che vale la pena di riprendere in mano. Ecco, perché, questa rubrica che inizia oggi, l’abbiamo chiamata

                                                            ” LIBRI DA LEGGERE E DA RI-LEGGERE” 

 

La Vita davanti a sé di Romain Gary è uno di quei libri che puoi leggere e rileggere e ogni volta cogli una sfumatura diversa, una frase che esprime qualcosa di necessario. Scritto nel 1975 e firmato dall’Autore con uno pseudonimo vinse subito il premio Goncourt. Conquistò “il cuore” dei lettori e continua, anche oggi, ad essere fra i titoli sempreverdi. Una piccola Bibbia piena di triste ironia e di estreme sintesi.

Ultima periferia di Parigi, case vecchie e senza ascensore,razze e religioni che convivono senza troppi pregiudizi, esistenze vissute al limite ma nelle quali Momò trova l’umanità e l’affetto che gli permettono di vivere e sorridere. Lui, figlio di una prostituta che non conosce, abita con altri ragazzini (tutti figli di prostitute) in un “asilo” illegale tenuto in piedi da una vecchia ebrea Madame Rosa, stanca e grassa, che in anni lontani aveva fatto “la vita”. I bambini, per chi lavora sulla strada, sono incidenti che vanno presto collocati in luoghi sicuri e discreti. E lì, in quell’appartamento al sesto piano, era un gran via vai di marmocchi. E’ strano come Momò racconti relativamente poco dei suoi coetanei e che, invece, i soggetti con cui si confronta e dai quali trae spunti e riflessioni siano i vecchi e i “diversi” che abitano il quartiere. Lui, forse, non è mai stato piccolo “…La mia ignoranza è finita verso i tre o i quattro anni e certe volte ne sento la mancanza.”…e la sua grandezza sta nella capacità di guardare dentro le cose e le persone per arrivare, con poche parole alla più scarna essenza. E poi il disperato bisogno d’amore…” Avevo sei anni poco più poco meno e credevo che fosse un grande amore mentre era soltanto un uovo…” Quasi dato per perso quello della madre ignota, Mohammed/Momò si attacca tenacemente a madame Rosa della quale giustifica persino la decadenza fisica e mentale…”[] “Ma bisogna capirla perché la vita era l’unica cosa che le restava”… E così fa anche per gli altri personaggi strani ed esagerati che entrano nel suo mondo. Da tutti sa raccogliere quel piccolo raggio di umanità e amore che accende i suoi anni. Un libro pieno di tante verità ma senza alcuna angoscia…“la vita non è mica una faccenda per tutti”.

Anna Ricca

 La vita davanti a sè di Romain Gary  – Neri Pozza Editore

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