Tre statuette in terracotta appartenenti alle culture Maya dello Stato di Campeche (VI-X secolo d.C) e a quella di Remojadas dello Stato di Veracruz (III-VII secolo d.C); due statuette di figure antropomorfe in argilla modellata risalenti alla cultura Teotihuacana dell’altopiano centrale del Messico (III-VII secolo d.C) e a quella delle valli centrali di Oaxaca (XI-XVI sec. d.C.); diciassette reperti archeologici appartenenti alle culture Totonaca, Michoacán, Coyotlatelco, Zapoteca, Mixteca, Maya o afferenti al periodo preclassico, classico e postclassico mesoamericano; sei figurine antropomorfe in terracotta, argilla e pietra di piccole dimensioni, una collana in roccia e un vaso in argilla con decorazioni.
Questi i trenta reperti archeologici sequestrati dai nuclei del comando carabinieri Tutela patrimonio culturale in diverse regioni del nostro Paese, riconosciuti e autenticati dai funzionari del Museo delle Civiltà di Roma e dall’Instituto Nacional de Antropologia e Historia del Messico e restituiti oggi agli Stati Uniti Messicani nel corso di una cerimonia alla quale hanno partecipato il Generale Teo Luzi, comandate generale dell’Arma dei Carabinieri; il generale Roberto Riccardi, comando carabinieri Tutela patrimonio culturale, Carlos García de Alba, ambasciatore del Messico in Italia e Andrea De Pasquale, direttore dell’archivio centrale dello Stato Italiano.
Verranno restituiti, invece, dal Messico all’Italia, i 1.271 documenti che costituiscono l’archivio personale dello scultore italiano Ettore Ferrari, autore, tra le altre cose, della statua di Giordano Bruno a Campo dei Fiori a Roma. “Un gesto concreto di diplomazia culturale – commenta il ministro della Cultura, Dario Franceschini – che conferma l’impegno dell’Italia nel contrasto al traffico illecito di beni culturali e nella restituzione ai Paesi di provenienza del patrimonio culturale di loro appartenenza”.