Maxxi, Giuli: chiedo scusa a dipendenti. D’accordo con Sangiuliano, via sessismo da luoghi cultura

Al Tg1, "Rammaricato per quanto successo". Ministro ha inviato lettera a presidente Giuli per chiedere spiegazioni su quanto accaduto

“Mi sento di sottoscrivere completamente e convintamente le osservazioni di Sangiuliano: il turpiloquio e il sessismo non possono avere diritto di cittadinanza nel discorso pubblico e in particolare nei luoghi della cultura. Quindi a posteriori non c’è spazio per alcuna considerazione che ricalchi lo schema che abbiamo visto nell’inaugurazione dell’Estate al Maxxi”. Lo ha detto il presidente della Fondazione Maxxi, Alessandro Giuli, in una intervista al Tg1, prendendo le distanze da Vittorio Sgarbi.

“Non ho alcuna difficoltà a dirmi rammaricato e a chiedere scusa anche alle dipendenti e ai dipendenti del Maxxi con i quali fin dall’inizio ho condiviso questo disagio. Quindi sono scuse che il Maxxi fa a se stesso innanzitutto e a tutte le persone che si sono legittimamente sentite offese da una serata che nei presupposti doveva andare su un altro binario”, ha concluso.

“Sono da sempre e categoricamente lontano da manifestazioni sessiste e dal turpiloquio, che giudico sempre e in ogni contesto inammissibili e ancor più in un luogo di cultura e da parte di chi rappresenta le Istituzioni. Il rispetto per le donne è una costante della mia vita. Per me essere conservatori significa avere una sostanza, uno stile e anche un’estetica di comportamento”. È quanto ha dichiarato il Ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, che ha scritto una lettera al Presidente del Maxxi, Alessandro Giuli, per chiedere spiegazioni su quanto accaduto. “La libertà di manifestazione del pensiero deve essere sempre massima e garantita a tutti, ma trova il suo limite nel rispetto delle persone – aggiunge – Anche le forme dell’espressione non devono mai ledere la dignità altrui. Le istituzioni culturali, e so che Alessandro Giuli è d’accordo con me, devono essere aperte e plurali ma lontane da ogni forma di volgarità. Chi le rappresenta deve mantenere un rigore più alto di altri”.

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