Scambio di accuse tra il cantante Morrissey, ex leader degli Smiths, e la Questura di Roma. Il primo ha accusato un poliziotto di averlo minacciato con una pistola senza alcun motivo apparente: “Non ho infranto nessuna legge e non facevo niente di sospetto: ha aperto la custodia della pistola e mi ha urlato in faccia. Penso che mi abbia riconosciuto, forse voleva spaventarmi, o uccidermi. State attenti”. E quindi la decisione di annullare i concerti in programma in Italia: “La ragione è ovvia: con psicopatici del genere a piede libero non mi sento sicuro in Italia”.
La risposta della Questura non si è fatta attendere: secondo le autorità, infatti, il cantante era su un’auto, non guidata da lui, che si è immessa “a tutta velocità da via della Frezza contromano su via del Corso, affollatissima per lo shopping dei saldi”. Immediata sarebbe stata la reazione degli agenti che hanno bloccato il veicolo. Ma c’è di più.
La Questura, infatti, ha dichiarato che “dopo le prime verifiche, i poliziotti hanno contestato all’autista, il quale ha ammesso le proprie responsabilità, il verbale – si legge nella nota – L’altra persona invece ha mantenuto sin da subito un atteggiamento ostativo: cittadino inglese, ha insistito nel dire di non avere l’obbligo di declinare le proprie generalità né di dover esibire i documenti in quanto non aveva commesso alcun reato, stupito dal fatto di non essere stato peraltro riconosciuto. Dopo varie insistenze gli agenti, che parlavano inglese, hanno consentito per ben due volte all’uomo di effettuare telefonate in albergo e, facendosi passare l’interlocutore, hanno appreso che si trattava del noto cantautore britannico”.