Morto Tom Wolfe, addio allo scrittore de il Falò delle Vanità

Il giornalista e autore statunitense aveva 88 anni, inventò il termine “radical chic”. Fu uno dei pionieri dello stile New Journalism e un aspro critico della società USA

È morto Tom Wolfe, addio allo scritto e al giornalista statunitense, autore del bestseller Il Falò delle Vanità. Wolfe si è spento a 88 anni in un ospedale di Manhattan, dove era ricoverato a causa di un’invenzione. A dare la conferma della notizia, il suo agente Lynn Nesbit. 

Wolfe è stato uno dei più noti giornalisti e scrittori americani e divenne famoso in tutto il mondo per il romanzo Il Falò delle Vanità, pubblicato nel 1987. Il romanzo, ambientato nella New York degli anni 80, è una critica agli USA di Ronald Reagan. Tom Wolfe, all’anagrafe Thomas Kennedy Wolfe Jr, è stato uno dei pionieri del New Journalism, uno stile giornalistico diffuso negli anni 60 e negli anni 70 che faceva proprie le tecniche del romanzo: una tecnica di scrittura che enfatizzava più sulla verità che sui fatti e che terminò nei primi anni 80.

Wolfe coniò il termine e fu uno dei fondatori dello stile che si può apprezzare nel suo primo libro La baby aerodinamica kolor karamella, edito nel 1969. Nel 1970, in un articolo apparso sul New Yorker, coniò il termine “radical chic” in un lungo saggio in cui parlò della festa organizzata da Felicia Bernstein, la moglie del compositore Leonard, per raccogliere fondi per il gruppo di estrema sinistra Pantere nere.

Oltre radical chic, altre delle sue espressioni sono entrate nel lessico inglese: statusphere, the right stuff (dal suo libro La stoffa giusta sulle vite e le ambizioni degli uomini che andarono nello Spazio), the Me’ Decade (gli anni 70) e good ol’ boy. Elegante, sagace e sarcastico, Wolfe era noto anche per il suo modo di vestire: amava indossare un vestito a tre pezzi bianco, composto da abito e ghette, uno stile che lui stesso definì neo-pretenzioso.

Fra le altre pubblicazioni: un saggio sui radical chic (Radical Chic & Mau-Mauing the Flak Catchers ripubblicato nel 2005 in Italia con il titolo Radical chic: il fascino irresistibile dei rivoluzionari da salotto); un altro sul New Journalism e una dura critica al mondo dell’arte (The Painted Word – Come ottenere il successo in arte) fino al 1987 in cui pubblica il romanzo che lo rese famoso al mondo da cui fu tratto anche un film diretto da Brian De Palma. 

Nato in Virginia nel 1930, Wolfe iniziò i suoi primi reportage durante gli anni dell’Università allo Springfield Union nel Massachusetts, lasciò poi per Washington e poi New York, città che non lasciò mai fino alla morte. Wolfe è stato un grande critico della cultura popolare, della politica e dello stile di vita americano, in modo particolare – come sottolinea il Guardian – analizzò come i soldi e la ricchezza abbiano cambiato la società statunitense dalla fine del secondo conflitto mondiale.

Wolfe lascia la moglie Sheila e i due figli Alexandra e Tommy. 

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