Mostre: Alla GNAM il FUTURISMO sorprende ed emoziona – FOTOGALLERY

Per l’80esimo anniversario dalla scomparsa di Filippo Tommaso Marinetti, alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e contemporanea a Roma, il Futurismo è celebrato in tutte le sue manifestazioni artistiche fino alle innovazioni tecnologiche e con i suoi continuatori come Dorazio, Prampolini e Ufagrà.

I celebri panciotti di Balla, a sinistra, e del suo continuatore Ufragrà (Antonio Fiore)

Fino al 28 febbraio è possibile visitare la grande mostra dal titolo “Il Tempo del Futurismo” alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, promossa e sostenuta dal Ministero della Cultura e curata da Gabriele Simongini, con l’esposizione di circa 350 opere fra quadri, sculture, progetti, disegni, oggetti d’arredo, film, oltre a un centinaio fra libri e manifesti del movimento futurista che non ha precedenti nel nostro paese con una matrice prettamente italiana e letteraria. Il Futurismo nacque con il manifesto di Filippo Tommaso Marinetti, pubblicato il 20 febbraio 1909 a Parigi su «Le Figaro». Già l’anno dopo il movimento coinvolse anche l’ambito pittorico con il “Manifesto dei pittori futuristi” e “La pittura futurista. Manifesto tecnico” del 1910, firmati da Boccioni, Carrà, Russolo, Balla e Severini. I futuristi identificavano nell’esperienza sensibile e totalizzante della velocità e del movimento il nuovo valore assoluto della modernità.

Esemplificative sono le eccezionali opere in mostra come “la Bambina che corre sul balcone” di Balla del 1912, fino ad arrivare alla formulazione del concetto «dinamismo plastico», teorizzato da Boccioni nel 1914, che ha come obiettivo “la ricerca intuitiva della forma unica che dia la continuità nello spazio”.  La velocità, il dinamismo, lo spazio che si trasforma, invaso da colori dirompenti che esprimono il mutare della realtà, la trasformazione e i rumori. Ancora esemplificativo il quadro di Balla “velocità astratta + rumore” 1913-14 e “Ponte della Velocità” del 1913-15, ma anche con Boccioni in “Cavallo + cavaliere + coraggio” del 1913, ma non solo. In mostra si succedono capolavori di Funi, “Composizione”, Dottori tra cui “Il trittico della Velocità: il via, la corsa, l’arrivo” 1925-27, e anche opere esemplificative di Russolo e Severini. 

Il futurismo coinvolge tutti i settori e le manifestazioni artistiche fino ad arrivare all’architettura che rimase solo in fase progettuale con l’architetto Antonio Sant’Elia che pubblicò su “Lacerba” il manifesto dell’architettura futurista, ma senza nessuna realizzazione concreta, mentre grande impulso ebbe l’arredo d’interni, con sempre più mobili di design e anche tappeti, stoffe, fino all’abbigliamento. Celebri sono i panciotti, realizzati da Depero o come quello in mostra di Giacomo Balla: “Gilet futurista ricamato con motivi sul nome Balla” 1924-25 in stoffa ricamata, che trova un valido erede e continuatore in Ufagrà (Antonio Fiore) con “Gilet futurista per la moglie Maria Pia”, datato nel 1996, a dimostrazione di come il futurismo abbia continuato ad affascinare anche artisti contemporanei in una prosecuzione artistica che si trasforma, come per le opere in mostra di Prampolini e Dorazio 

Nelle sale a completare il percorso espositivo anche automobili, motociclette, radio, con uno spazio dedicato a Guglielmo Marconi e strumenti scientifici d’epoca perché come affermava Boccioni “Il nostro idealismo plastico-costruttivo trae le sue leggi dalle nuove certezze dateci dalla scienza. […] Non dimentichiamo che la vita risiede nell’unità dell’energia.” Per terminare nell’ampia sala con un idrovolante circondato da dipinti dell’artista TATO caratterizzati proprio da scene dipinte di sorvoli aerei e il sempre coinvolgente “Profilo continuo” di Bertelli, che raffigura il profilo nella sua essenzialità di Mussolini che ruota vorticosamente. 

Una mostra, quindi, coinvolgente che sorprende e incuriosisce in ogni sala e che riesce a far percepire al visitatore il travolgente vortice di energia, innovazione, patriottismo e desiderio di cambiamento e fiducia nelle potenzialità umane che travolse un’epoca, insieme alle molte inquietudini.

 

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