I due giganteschi dischi rossi di Anish Kapoor che attraggono gli spettatori mentre li riflettono capovolti sulle loro superfici. La cupa bellezza dell’imponente lampadario di Mat Collishaw che con il suo frenetico e orgiastico movimento seduce e repelle al tempo stesso. La grande dispensa di medicine di Damien Hirst, per raccontare la relazione tra la vita e la morte attraverso quella tra l’ansia e la dipendenza da farmaci. Lo sguardo sulla maternita’, sulla gioia che comporta ma anche sul dolore quando un figlio muore, nelle sculture di Annie Morris.
E poi le parole, nascoste eppure esibite ossessivamente, nelle esplosioni di colore di Idris Khan. E’ un susseguirsi di temi diversi – dalla politica alla religione, dalla violenza all’esplorazione dell’essere umano – declinati attraverso una grande varieta’ di linguaggi, materiali e stili la mostra “London Calling: British Contemporary Art Now”, allestita negli ambienti di Palazzo Cipolla a Roma dal 17 marzo al 17 luglio.
A cura di Maya Binkin e Javier Molins, la mostra coinvolge 13 protagonisti di fama internazionale – David Hockney, Michael Craig-Martin, Sean Scully, Tony Cragg, Anish Kapoor, Julian Opie, Grayson Perry, Yinka Shonibare, Jake e Dinos Chapman, Damien Hirst, Mat Collishaw, Annie Morris e Idris Khan -, chiamati a raccontare, in 30 opere tutte di grande impatto, la scena artistica contemporanea inglese. Gli artisti selezionati, nati nell’arco di cinque decenni, tra il 1937 e il 1978, dal piu’ anziano, David Hockney, al piu’ giovane, Idris Khan, hanno infatti trovato nella capitale britannica, nel suo fermento creativo e nella sua capacita’ di accoglienza (delle avanguardie e della diversita’, anche culturale), la linfa per nutrire la loro ispirazione e il contesto giusto per delineare ognuno il proprio percorso nell’arte.