Mostre: Maxxi, nel centenario della nascita un mostra celebra Jacovitti

Geniale fumettista, Benito Jacovitti è stato interprete della realtà del Novecento grazie al suo umorismo che spinge alla riflessione e ci invita a conoscere meglio noi stessi

A 100 anni dalla nascita dell’artista in un piccolo paese del Molise, Termoli, il 9 marzo del 1923, il Maxxi, Museo nazionale delle arti del XXI secolo, dedica una mostra a Benito Jacovitti dal titolo emblematico “Jacovittissimevolmente. L’incontenibile arte dell’umorismo”, fino al 18 febbraio 2024.

Il visitatore è subito spinto e guidato alla scoperta dei suoi oltre 100 personaggi, come i celebri Cocco Bill, Zorry Kid, Jack Mandolino, Tom Ficcanaso, grazie alle oltre 400 tavole e illustrazioni esposte, una ricca collezione di giornali e libri che ben documentano la diffusione delle indimenticabili storie ed avventure. Jacovitti ha pubblicato strisce su Il Vittorioso, il Corriere dei Piccoli e il Corriere dei Ragazzi, e ha disegnato le vignette del Diario Vitt, che hanno accompagnato e appassionato per più trent’anni (1949 – 1980) diverse generazioni.

“L’idea di base della mostra è quella di concentrare l’allestimento a partire da una tavola panoramica creata da Jacovitti, che presenta una suddivisione a ragnatela e proprio a partire da questa scansione spaziale, il MAXXI ha riprodotto l’esposizione della mostra delineando nove sezioni. – spiega Silvia Jacovitti, curatrice mostra – Jacovitti è un autore molto prolifero disegnava otto ore al giorno e il sabato e la domenica solo per quattro, producendo una quantità incredibile di disegni.”

L’esposizione inizia, infatti, con la riproduzione sul pavimento della griglia disegnata per Anticaglie (1960) con composizioni riempite di personaggi, che guida il visitatore attraverso diverse sezioni cronologiche e insieme tematiche: Esordi, Il vittorioso, 100 personaggi, le Panoramiche, Jac Erotico, il diario Vitt, la Pubblicità, Opere inedite e gli Omaggi.

“L’intento della mostra è di presentare tutte le cose che aveva prodotto l’artista – prosegue Dino Aloi, curatore mostra – partendo dagli esordi, mostrando poi i suoi personaggi, più di 100 e illustrando il suo modo di lavorare molto particolare che comportava anche la retro-colorazione con tavole in bianco e nero sul davanti e dietro colorate. Inoltre, lui non aveva una sceneggiatura precisa. Lavorava su più storie contemporaneamente e da questo nasce il fatto che inizia a riempire i suoi disegni di elementi surreali, come salami, dadi, pesci volanti. Troviamo nei suoi fumetti quello che Umberto Eco ha definito, poi, “l’horror vacui di Jacovitti”, poiché riempiva tutto lo spazio di qualunque cosa.”

La mostra ci aiuta a conoscere un grande artista, che ha saputo leggere il suo tempo e proprio attraverso i suoi fumetti possiamo oggi osservare meglio il nostro passato grazie all’arte dell’umorismo, che con il sorriso svela molte verità. Nella mostra si è reso necessario contestualizzare i disegni esposti dando, talvolta, dove necessario, una spiegazione delle abitudini, dei costumi, e dei modi di dire in uso negli anni ’40 fino agni anni ‘90 del Novecento, e creando, così, il “piccolo vocabolario per leggere gli stereotipi della satira e della comicità del ‘900”,  con il riferimento reso evidente con un simbolo.

Il progetto di celebrare Jacovitti comprende anche la mostra “Jacovittissimevolmente. Tutte le follie di Jac!” presso il MACTE, Museo di Arte Contemporanea di Termoli, visitabile fino al 25 febbraio 2024.

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