Mostre: Roma nella camera oscura, la città che cambia

A Palazzo Braschi un percorso di 320 immagini dall'800 a oggi

Un raro dagherrotipo con il ritratto di un gentiluomo di metà ‘800; le stampe all’albumina con i monumenti capitolini più famosi; il Tevere e la campagna romana; la folla in piazza San Pietro sotto gli ombrelli per la stesura dei Patti Lateranensi in una piovosa giornata del febbraio del 1929; i bombardamenti di Porta Pia e l’inizio della modernità; il colonnato dell’Eur e l’architettura razionalista negli anni del Fascismo; infine la Città Eterna vista con lo sguardo dei grandi fotografi, da Berengo Gardin a Ghirri e Basilico.

La storia della Capitale si intreccia con quella della fotografia che compie 180 anni nella grande mostra “Roma nella camera oscura”, ospitata a Palazzo Braschi dal 27 marzo al 22 settembre.

Con circa 320 immagini provenienti dall’Archivio Fotografico del museo, l’esposizione offre un viaggio che dal 1800 giunge fino a oggi: un percorso rigorosamente analogico dal sapore antico, ricchissimo di suggestioni, grazie a un allestimento curato nei minimi dettagli.

La mostra segue diverse strade: da un lato è possibile conoscere l’evoluzione delle tecniche fotografiche e il ruolo degli artisti fotografi lungo quasi due secoli (affascinanti le prime sperimentazioni con luce, tra dagherrotipi, carta salata e albumina, realizzate a metà ‘800 dalla cosiddetta scuola dei Pittori-Fotografi che si riuniva al Caffé Greco in via dei Condotti oppure la sezione dedicata alla fotografia di figura con i modelli in posa negli studi d’artista ottocenteschi), dall’altro è Roma a essere protagonista, con il suo volto che lentamente cambia sotto i colpi della Storia.

A documentare i mutamenti urbanistici e la nuova edilizia cittadina nel corso del ‘900 alcuni dei fotografi più rappresentativi, come Nello Ciampi e Oscar Savio, ma la parte più emozionante è senza dubbio quella che racconta la vita delle persone nei quartieri, nelle piazze, davanti ai monumenti, per eventi ufficiali o semplici occasioni più popolari, come i mercati e le feste. Infine la Roma degli anni ’80 e ’90, già simile a come è oggi, nelle splendide immagini firmate da Gianni Berengo Gardini, Gabriele Basilico, Luigi Ghirri, Mario Cresci e Roberto Koch. Le differenti letture che il percorso offre costituiscono per il visitatore una continua scoperta: “Ogni fotografia ha una storia a sé”, spiega Flavia Pesci, curatrice della mostra con Simonetta Tozzi, “senza dubbio si tratta di una mostra istituzionale, fatta esclusivamente con materiali dell’Archivio Fotografico, con cui abbiamo voluto documentare la ricchezza e la complessità della raccolta. Il percorso si compone di vari nuclei tematici, e Roma è senza dubbio protagonista. Non ci sono fotografie digitali e la selezione è stata davvero difficilissima: accanto ai fotografi più noti abbiamo dato spazio anche ad autori non identificabili, alcuni magari anche amatoriali, ma il cui lavoro ha una grande valore di ricerca”.

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