Non uccidere, la seconda stagione (già online) presentata dai protagonisti

È già disponibile su RaiPlay e dal 12 giugno gli episodi approdano su Rai 2. Miriam Leone, Matteo Martari e lo showrunner parlano della serie TV

I due protagonisti di Non Uccidere
I due protagonisti di Non Uccidere Matteo Martari e Miriam Leone

Non uccidere torna con la sua seconda stagione: il secondo capitolo della serie TV è già disponibile interamente sul canale di RayPlay, l’ondemand della Rai. Una novità per Palazzo Mazzini di questo e di altro si è parlato alla presentazione della serie TV. Presenti i due protagonisti, Miriam Leone e Matteo Martari, insieme allo showrunner Claudio Corbucci.

“È stato un anno importante per la fiction in Rai, anche per la diversificazione del prodotto. Con Non Uccidere continua la grande offerta della fiction Rai, spingendo l’asticella dell’innovazione, si va ancora più avanti rispetto a quello che avevamo fatto”, ha introdotto così Tinni Andreatta la grande novità della seconda stagione della serie TV.

“Per la prima volta la Rai presenta una serie TV come box set, quindi completa, sul proprio portale RaiPlay in anteprima. È un passo avanti per la trasformazione della Rai in media company. Significa la declinazione del servizio universale non solo nel senso della varietà dell’offerta, ma andare incontro alla popolazione che fruisce il prodotto non lineare ma con la volontà di vedere una serie in binge watching”, ha spiegato Andreatta.

Non Uccidere non è stata scelta a caso, “la prima stagione ha un modello visivo di racconto con atmosfere molto forti, nebbiose, molto cupe che si possono legare alla serialità nordica. Non uccidere prosegue questo racconto più sofisticato con atmosfere inquietanti. Lo è per i temi che affronta: i delitti che avvengono dentro l’apparente normalità di una famiglia. E ambienti chiusi: una scuola di danza, una comunità hippy”.

Rispetto allo scorso anno, “è cambiata la struttura narrativa, non ci sono più episodi da 100 minuti, ma da 50 minuti secondo quello che è il modello internazionale. Per questo Non uccidere è una serie TV internazionale: l’altro motivo è perché è una vera produzione industriale, lavorare con dei tempi ridotti su una serie di alto valore qualitativo che mette in gioco una società come Fremantle e Francesco Di Pace, Francesco Nardella e il Centro di Produzione di Torino”.

La rivoluzione è ispirata agli USA, la Rai affida Non Uccidere allo showrunner, una figura che sintetizza il creatore della serie TV, ma anche chi si occupa di gestire il cast, la troupe e coordina il lavoro.

“I tre registi hanno poi reso il racconto più cinematografico, per noi la produzione industriale è irrinunciabile. È un’esperienza che va continuata per la Rai e per le nostre maestranze. La serie Tv ha esordito su Arte in Francia, la Rai con un prodotto identitario ha un successo mondiale”, conclude Tinni Andreatta.

Non Uccidere arriverà il 12 giugno su Rai 2, il grande giorno della fiction Rai. Torna anche la sua protagonista Valeria Ferro “ha un conto aperto personale con la menzogna e la mancanza di verità per lei risolvere i casi è qualcosa che l’attraversa sempre, questo sconvolge le sue emozioni e la persona fisica”.

Da Rai 3 a Rai 2, Ilaria Dalla Tana l’ha voluto fortemente: “La fiction fa molto bene a Rai 2, ha trovato casa a Rai 2, con prodotti che seguono l’evoluzione. Abbiamo puntato sul mercato su prodotti che difficilmente avrebbero visto la voce. Siamo felici di accendere la serata con la fiction: Non Uccidere aderisce in modo cristallino a un linguaggio centrato sulla storia, sulla messa a fuoco dei personaggi con una caratterizzazione intensa molto bella, costituiscono un unicum”.

“Esiste anche una linea orizzontale capitanata da una donna, finalmente e rappresenta anche la programmazione anche dei due capitoli da 50 è un’innovazione per una TV generalista come Rai 2. Noi che abbiamo dimestichezza con la serialità internazionale”, prosegue il direttore di rete.

“È un gioco di squadra, il pubblico trova un prodotto imprescindibile”, l’arrivo di un grande produttore “e la messa in gioco di uno sviluppo di personalità che si contaminano dall’interno e all’esterno. Ci siamo poi allargati, con l’arrivo del protagonismo di Rai Play, senza gelosie. Questo è un esempio virtuoso come tante anime della Rai si coalizzino per la vera innovazione: in qualcosa che è unico nel mercato”.

A parlare è il direttore di Rai Teche e RaiPlay, Maria Pia Ammirati. Lanciato un anno fa, il portale di RaiPlay ha una media di 50 milioni di video visti, la fruizione dei video on demand e sui dispositivi mobili è in crescita.

“È importante passare da un core business prettamente lineare al non lineare, fare quello che molti utenti oggi ci chiedono. La fiction che è il contenuto principe di Rai Play, con la possibilità di vederla dal box set: i 12 episodi da poter vedere, è la prima volta che succede per la Rai. Questo tipo di modalità, non abbiamo paura di cannibalizzazioni, di gelosie. Speriamo di sommare utenti e telespettatori, speriamo che i due vasi comunicanti comunichino di più. Possiamo vedere tutto in modalità binge watching: la prima, la seconda stagione e gli extra girati con il cast”

RaiPlay “gira sui 59 milioni di visualizzazioni al mese”, gran parte del successo si deve alla fiction. “Non Uccidere è innovativo nello stile ed è ancora più importante nel noi per la fruizione dell’online che è fondamentale per noi”.

Non Uccidere è prodotta in collaborazione con Fremantle Media, Lorenzo Mieli ha parlato di cosa significa produrre una serie TV del genere.

“Quando sono arrivato Fremantle producevamo già serie TV, ma con Non Uccidere volevamo trasformarlo in un prodotto d’avanguardia. È come ricevere un premio. Voglio ringraziare molte persone: Claudio Corbucci, l’unico che può fare lo showrunner in Italia. Ringrazio Miriam per una stella del genere fare l’attrice in una serie TV industriale è difficile. Trasformare e rendere questo personaggio così, solo lei lo poteva fare”.

Per Mieli, “solo con questa Rai si poteva fare un progetto industriale”, dopo aver ringraziato Andreatta, Dalla Tana, il Centro di Produzione Rai di Torino “solo in queste strutture si possono trovare dei talenti come lo scenografo Maurizio Zecchini, la fotografia di Riccardo Topazio e il montaggio di Davide Mieli”.

L’ultimo ringraziamento Mieli lo fa al dimissionario Antonio Campo Dell’Orto: “Senza di lui, la seconda stagione sarebbe difficile di immaginarla. L’ha trasformato in un prodotto d’avanguardia, una media company. Mi dispiace che sia dimissionario, trovo incredibile che un direttore generale che abbia avuto tutto questo coraggio, e credo che la rete di Ilaria sia una delle migliori dimostrazioni di innovazioni. E anche nella scelta sistemica di trasformare un’azienda in una media company. Faccio questo mestiere da anni, era difficile immaginarlo prima quello che avete appena visto. È strano che un lavoro del genere non abbia seguito”.

Mieli ha anche ringraziato “a posteriori” Luigi Gubitosi, anche lui ha lasciato la Rai. “Ho visto negli ultimi anni due grandi direttori generali sparire… non ho ancora capito il perché”.

La parola passa finalmente a Claudio Corbucci (l’audio in apertura di post). Roberto Cecatto, il direttore dei Centri di produzione della Rai: “Stiamo riuscendo a proiettare una filiera integrandosi perfettamente con Fremantle e questo ci aiuta a far emergere talenti. Industriale vuol dire qualità in tempi stretti e pesanti, ogni episodio vuol dire una settimana. Ventidue settimane, ventidue settimane. Ho visto sui set, un clima di tranquillità, si correva. Un’esperienza che ha funzionato bene e valorizza il Centro di Torino: 300 set interni ed esterni senza un ecosistema torinese non si sarebbe potuto fare”.

Parla la protagonista Miriam Leone, che riprende i panni di Valeria Ferro. Le riprese sono finite qualche giorno fa, l’ex Miss Italia è felice di aver interpretato Valeria, per essere lei si è ispirata ad Antigone. Il protagonista Matteo Martari, invece, terminata la serie “si attende un grande vuoto”.

Quanto al passaggio da Rai 2 a Rai 3: “La fiction è entrata in modo più costruttivo e radicato, è diventato uno dei linguaggi di Rai 2. Il risultato di Rai 3 è stato reso più complesso dalla programmazione, confortato anche dal successo internazionale della serie TV. Abbiamo fatto la scelta più consona per avere un pubblico più largo e poter diventare uno degli elementi della programmazione di Rai 2. Rai 3 è la rete della docufiction. Abbiamo fatto questa scelta perché esiste una sola Rai”.

La prima stagione di Non Uccidere poteva contare anche su Monica Guerritore: “Non è successo nulla di particolare, abbiamo avuto una collaborazione intensa e passionale che è poi è finita. Quando abbiamo iniziato, la Guerritore c’era ancora. Io sono molto collaborativo con gli attori, Miriam può essere testimone, ci sentiamo tutti i giorni. Poi ognuno deve fare il proprio lavoro, l’accordo non si è trovato per il suo volere. È stata anche l’occasione per essere creativi, quando ti manca il tassello di una storia, la sua assenza ci ha giovato”.

Tinni Andreatta, Ilaria Dalla Tana e Maria Pia Ammirati sono tutte d’accordo: il passaggio su RaiPlay non nuocerà a Non Uccidere su Rai 2.

“È un lavoro di squadra, adesso stiamo costruendo un genere stabile, almeno su Rai 2. La rete ha bisogno di giorni stabili, occuperemo il mercoledì, il giorno nostro, e il lunedì, il giorno delle fiction da sempre della Rai. Per valorizzare un prodotto che arriva in modo diverso, le due puntate back to back sono interessanti e danno un passo narrativo diverso rispetto alla prima stagione. Non Uccidere è un titolo intenso per un pubblico che sta scegliendo la fiction su Rai 2”, spiega Dalla Tana.

“L’identità si costruisce nel tempo, ringrazio Rai 3, Francesco Di Pace che l’ha curata per Rai 3. Nella diversificazione delle reti, il fatto di avere una serata dedicata alle fiction appartiene alla seconda rete. Abbiamo una parte di pubblico che è abituata alla serialità internazionale, ed è più sofisticato. È una serie TV che richiederà più tempo, dobbiamo lavorare anche su questa parte che è da conquistare e da allargare nel tempo”, ha aggiunto Tinni Andreatta.

Miriam Leone non riesce a fare un bilancio dei sette mesi di riprese a Torino:

RaiPlay già da tempo permette di guardare clip, back stage di serie TV, quella di Non Uccidere prima della trasmissione in TV è una scommessa, ma come hanno ripetuto i vertici Rai è un tassello in più verso “la realizzazione della Rai in quanto media company”.

“RaiPlay è nata a settembre, va in contro a nuovi gusti, nuove frazioni anche per i giovani”, ha spiegato Ammirati. Per Tinni Andreatta anche la collocazione estiva di Non Uccidere è una scommessa.

Claudio Corbucci, invece, è convinto che questa stagione sarà “ancora più cupa. E sarà ancora incentrata su Valeria: non ci sono meno riflettori su Miriam, siamo una macchina rodata, giriamo con due troupe, una è concentrata su di lei. Anzi quest’anno abbiamo fatto molto male a Valeria Ferro… Quest’anno se la passerà peggio, è un arco importante per il nostro personaggio, Valeria ha un andamento più simile alle montagne russe”.

I due attori come fanno a rimanere nei loro personaggi:

Non Uccidere è già disponibile su RaiPlay, dal 12 giugno in prima serata su Rai 2.

 

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