Otto monasteri benedettini che si trovano in Italia si candidano a diventare patrimonio dell’umanità. La riunione per la candidatura all’Unesco si è svolta oggi a Roma al ministero della Cultura. “Insediamenti benedettini altomedievali in Italia”.
A promuovere la candidatura degli “Insediamenti benedettini altomedievali in Italia” è la Fondazione comunitaria del lecchese, insieme al Comitato scientifico, che ha condotto alla selezione di otto contesti paesaggistici e monumentali – Subiaco, Montecassino, San Vincenzo al Volturno, San Pietro al Monte a Civate, Sacra di San Michele, San Vittore alle Chiuse di Genga, Sant’Angelo in Formis, Santa Maria di Farfa -, che si trovano in sei regioni italiane -Piemonte, Lombardia, Lazio, Marche, Molise, Campania – e ricadono in dieci Comuni – Capua (CE), Cassino (FR), Castel San Vincenzo (IS), Civate (LE), Fara in Sabina (RI), Genga (AN), Rocchetta a Volturno (IS), S. Ambrogio (TO), Subiaco (RM), Chiusa San Michele (TO).
Attraverso l’insieme degli otto complessi citati si vuole mostrare come la nascita del fenomeno benedettino abbia avuto la funzione di trasmettere il sapere in Europa. Il percorso di candidatura prevede l’invio a Parigi del dossier completo nel 2026 per la valutazione finale nel Comitato del patrimonio mondiale del 2027.
“È una richiesta che abbiamo sostenuto con convinzione fin dal primo momento. I monasteri sono parte integrante e attiva della nostra identità. Sono luoghi che nei secoli hanno rappresentato elementi centrali della vita dei territori e delle comunità italiana. Ogni monastero è stato un faro di cultura che ha trasmesso una grande storia e, inoltre, sono scrigni di arte e bellezza. Per questo è doveroso sostenere questa aspirazione”, ha dichiarato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, presente all’incontro.