Progetto Kircher: il Leonardo del 600 riscoperto dalla Pontificia Università Gregoriana

Dopo il fondo Clavio e le lettere di Galileo Galilei presentato il restauro e la digitalizzazione dei codici di Athanasius Kircher, genio trasversale del Milleseicento

Sono stati illustrati nella Sala Andrea Pozzo, in via di Sant’Ignazio, il restauro e la digitalizzazione di tre codici manoscritti di Athanasius Kircher (1602-1680), promossi dalla Fondazione Sorgente Group di Valter e Paola Mainetti e realizzati dall’Archivio storico della Pontificia Università Gregoriana. Nel corso dell’evento “Dialogo curioso, ovvero, delle tecniche di restaurare i manoscritti kircheriani” è stato raccontato, e reso coinvolgente, l’appassionato lavoro, durato tre anni, sulle opere del gesuita tedesco, considerato “il Leonardo del Seicento”.

“Siamo felici della collaborazione sin dal 2014 con l’Archivio storico della Pontificia Università Gregoriana, che con molta passione ha affrontato la ricerca nei campi più complessi del sapere umano; – ha rilevato Mainetti – abbiamo quindi considerato con interesse il
lavoro di interpretazione degli obelischi fatto da Kircher, genio multidisciplinare dell’antichità”.

Sia per i disegni che per i codici sono stati effettuati interventi di deacidificazione per contrastare l’azione corrosiva degli inchiostri sulla carta, che si avvale delle proprietà delle Nanoparticelle. L’ innovativo sistema di restauro è stato illustrato con dovizia di particolari da Simona Cicala, Restauratrice di materiale documentario che ha lavorato direttamente sui documenti che ora consentono di conoscere, come ha sottolineato Irene Pedretti, Responsabile della conservazione presso Archivio Storico, Pontificia Università Gregoriana, dettagli inediti dell’operato di Kircher.

In particolare l’Archivio della Gregoriana possiede e sta valorizzando 14 volumi di corrispondenza di Kircher in 21 lingue differenti tra cui copto, aramaico ed ebraico; 5 manoscritti in gran parte inediti che documentano l’attività di ricerca per la traduzione dei geroglifici egizi; infine, documenti legati alla realizzazione del Museo all’interno del Collegio Romano, allestito con opere di diversa natura, come quelle
considerate “meraviglie” (riproduzioni di obelischi, una galleria di dipinti) e curiose particolarità (le lacrime di coccodrillo, animali esotici impagliati) che il gesuita tedesco raccolse per stupire i suoi visitatori.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014