RAI: Campo Dall’Orto lascia, vince la politica

Manovra PD/Forza Italia contro il manager. Secondo M5S l’intero CDA deve dimettersi.

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La RAI di Campo Dall’Orto non era abbastanza ossequiente a chi comanda e a chi gli guarda le spalle e quindi doveva andarsene.

Il direttore generale deve aver vissuto malissimo questi ultimi mesi, cercando da un lato di non smentire la professionalità che l’aveva portato al vertice della Rai e dall’altro di parare l’insoddisfazione crescente e manifesta da parte di chi lo aveva scelto.

La fine della breve stagione del manager televisivo a capo dell’ente radiotelevisivo si dava già per scontata nelle redazioni e quindi l’epilogo non ha sorpreso. Il lavoro e l’umore è continuato come prima… nella rassegnazione.

Certo qualche ingenuità sul fronte della ristrutturazione dell’informazione gli va imputata. Soprattutto la scelta di un consulente come Carlo Verdelli, ottimo giornalista, ma con poca esperienza radiotelevisiva e in particolare in Rai, dove c’è un grande staff giornalistico che andava maggiormente considerato.

Ma la bocciatura del CDA della nuova piattaforma web, del resto strategicamente necessaria, con un solo consigliere favorevole, quale ridicolo alibi, è stato per Dall’Orto il frutto velenoso della politica che gestisce il Paese. Tanto più che il veto sarebbe scaturito per la qualificatissima giornalista, Milena Gabbanelli, che avrebbe dovuto esserne al vertice, ma spesso scomoda alle istituzioni.

Emerge nettamente l’ insufficienza della governance di una impresa dove i politici, a partire dai leader dei partiti, tanto Matteo Renzi che secondo voci interne Rai controlla da vicino le redazioni – che Silvio Berlusconi hanno di fatto carta bianca di fare e di cambiare a piacimento i vertici, dal primo all’ultimo livello, valutati per di più per il grado di devozione.

Più volte, rimproverato dai ‘’messi’’ del potere, fra i quali in prima linea, Michele Anzaldi, portavoce di Renzi e al tempo stesso membro della commissione di vigilanza Rai, Dall’Orto non disponeva infatti di alcuno strumento per controbattere.

Gli attacchi esterni hanno così costituito la base per il giudizio , e alla fine della bocciatura di Dall’Orto, da parte del CDA (spaccato, ma unito centrodestra –centrosinistra), composto da giornalisti, con un curriculum di rispetto, formato completamente al di fuori del settore
radiotelevisivo, nonché dalla presidente Monica Maggioni, valente inviato ma con nessuna esperienza manageriale.

‘’Il voto della Maggioni è stato concordato con Forza Italia’’. Non ha dubbi Alberto Airola, membro Cinque Stelle della Commissione di Vigilanza Rai. ‘’Ora – afferma – dovrebbe però dimettersi anche tutto il Consiglio di Amministrazione’’.

Comincia un’altra storia. E per Roma, sede della impresa Rai, è l’ennesima brutta figura.

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