Roma 2021, il mondo della cultura boccia l’idea del Museo Unico di Calenda

"E' del tutto irrealizzabile"

Un Museo unico rappresentativo della città, che celebri e racconti in modo organico la storia di Roma antica. Da realizzare nell’area del Campidoglio, spostando la politica da Palazzo Senatorio per riunire le collezioni di altri istituti, come ad esempio il Museo della Civiltà Romana. E’ l‘idea lanciata da Carlo Calenda, candidato sindaco di Roma. Una proposta però bocciata dal mondo della cultura. Secondo Federico Giannini, direttore di Finestre Arte, il progetto dell’ex ministro, “che vorrebbe spostare a piacimento le collezioni di mezza Roma da un Museo all’altro, è del tutto irrealizzabile”.

Tutte le collezioni di antichità romane dentro ai Musei Capitolini “non ci stanno”, aggiunge. “E i Musei Capitolini non sono ‘di concezione vecchia’, come dice Calenda, ma anzi sono una sorta di miracolo museologico. Nessuno storico dell’arte, archeologo, museologo, professionista della cultura serio avallerebbe tale progetto”.

La storica dell’arte Rita Borioni sostiene che “creare a tavolino un Grande Museo non ha senso, a meno di non pensare di razziare opere da altri musei. La ragione per cui i Musei Capitolini non posso avere lo stesso appeal dei musei Vaticani, non dipende dalle loro dimensioni, ma dal fatto che non ci sono la Sistina di Michelangelo, le Stanze di Raffaello, il Lacoonte”, spiega. Inoltre “immaginiamo i Musei Capitolini con 6,5 milioni di visitatori (quanti quelli dei Vaticani nel 2018): è chiaro a tutti che produrrebbero file interminabili in piazza del Campidoglio fino almeno a piazza Venezia e agli ingressi dei Fori”. Tomaso Montanari, anche lui storico dell’arte e intellettuale, su Twitter attacca il candidato di Azione: “Mi ero perso questa perla. Vuol accorpare i musei, cancellando la storia e il primo Museo pubblico del mondo. Come mettere i vetri e il tetto al Colosseo, perché così è vecchio, rotto e scomodo. Forse non abbiamo mai avuto una classe dirigente così abissalmente ignorante”.

Ilaria Miarelli Mariani, docente dell’Università di Chieti-Pescara, boccia senza appello la proposta del candidato sindaco di Roma, Carlo Calenda. “È importante conoscere la storia e in particolare la storia museale di Roma. Il progetto vago e fumoso di trasformare i palazzi del Campidoglio in un grande Museo della ‘romanità’ è follia”, sottolinea Mariani. “Spostare opere definite ‘affastellate’, ma che in realtà seguono un criterio antico ancora preziosamente conservato, per preparare i visitatori alla visita al foro romano non ha senso alcuno. Come l’idea di spostare i quadri della Pinacoteca Capitolina a Palazzo Barberini. Calenda parla di opere e allestimenti storici come se stesse parlando di un emporio. Intanto tutto ciò è illegale, ma soprattutto, antistorico e demagogico”. Interviene nel dibattito anche Flaminia Gennari Santori, la direttrice di Palazzo Barberini: “E’ una cosa insensata, talmente assurda che fa un po’ ridere”, taglia corto. “Neanche al master per curatori più farlocco del globo lancerebbero una simile idea”, conclude.

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