Roma: A Villa Torlonia riapre al pubblico il bunker di Mussolini – VIDEO

a poca distanza dal futuro Museo della Shoah

Un luogo per riflettere su una delle pagine più drammatiche della storia di Roma, quando la città fu colpita da 51 bombardamenti aerei tra luglio 1943 e maggio 1944: dopo tre anni di restauro riapre al pubblico da venerdì 5 aprile, a Villa Torlonia, il rifugio antiaereo e il bunker di Mussolini.

Un luogo per riflettere su una delle pagine più drammatiche della storia di Roma, quando la città fu colpita da 51 bombardamenti aerei tra luglio 1943 e maggio 1944: dopo tre anni di restauro riapre al pubblico da venerdì 5 aprile, a Villa Torlonia, il rifugio antiaereo e il bunker di Mussolini. “Questa riapertura è un contrappasso della storia, considerato che a pochi metri da qui nascerà il Museo della Shoah, a memoria del più grande crimine che il regime fascista e nazista perpetrarono contro l’Italia e i romani”, ha commentato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Le due strutture sotterranee sono state costruite da Benito Mussolini nei primi anni del secondo conflitto mondiale al di sotto del Casino Nobile ma poi sono state utilizzate come riparo dai civili. “Il bunker fu costruito per Mussolini sotto la sua residenza a Villa Torlonia. È un progetto realizzato molto bene e in cui si può comprendere la realtà del bunker ma anche dei bombardamenti, da prospettive diverse. Furono i romani però a usare questo bunker, e non Mussolini, che fortunatamente fu deposto il 25 luglio del 1943”, ha spiegato Gualtieri.

La memoria storica del bunker è stata ricostruita attraverso un allestimento fotografico e audiovisivo privilegiando il racconto e la rievocazione del passato attraverso suoni e immagini. Il nuovo allestimento multimediale, basato su uno studio accurato della documentazione storica e fotografica, oltre a mettere in risalto le caratteristiche architettoniche originarie del complesso, è stato concepito per rispondere a una doppia esigenza: da un lato dare informazioni storico-documentaristiche su Roma durante la seconda guerra mondiale e sulla scelta di Mussolini di fare di Villa Torlonia la sua residenza in città, dall’altra offrire ai visitatori un percorso immersivo che li porterà a percepire l’esperienza di un attacco aereo all’interno di un rifugio sotterraneo. “Questa riapertura ci consente di conoscere un altro pezzo della storia di Roma e di vederlo dall’interno. Ci permette di vedere non soltanto la vita di Mussolini e della sua famiglia ma anche di conoscere gli orrori dei bombardamenti e della guerra attraverso tecnologie multimediali molto avanzate e di forte impatto”, ha aggiunto Gualtieri.

Villa Torlonia, tra il 1929 e il 1943, fu la residenza privata di Benito Mussolini e della sua famiglia, composta dalla moglie Rachele e dai figli Edda, Vittorio, Buno, Romano e la piccola Anna Maria. Con l’entrata in guerra dell’Italia e i primi bombardamenti, a partire dal 1940 vennero realizzate nella villa tre strutture sotterranee per proteggere l’allora Capo del Governo da possibili bombardamenti aerei. Il primo rifugio fu predisposto adattando i locali di una vecchia cantina sotterranea situata al di sotto del piccolo laghetto detto “del Fucino” vicino al Teatro. Ben presto si pensò alla realizzazione di strutture più resistenti e sicure, da ricavare sotto il Casino Nobile. Il rifugio antiaereo fu realizzato nel 1941 nel piano seminterrato del palazzo e utilizzato nel 1942 e 1943.

La visita per il pubblico inizia con un video che racconta, attraverso foto storiche, la vita di Mussolini e della sua famiglia a Villa Torlonia: feste, cerimonie ufficiali, partite a tennis, esercizi di equitazione. Con l’entrata dell’Italia in guerra nasce l’esigenza di proteggere Mussolini da eventuali attacchi aerei e comincia la realizzazione dei rifugi e del bunker. Nelle sale successive, attraverso i cinegiornali dell’epoca, è rievocato il periodo storico dei bombardamenti su Roma, in particolare quelli sul quartiere di San Lorenzo. Oltre alle proiezioni di documenti storici, l’esposizione si avvale in maniera costante della presenza di collage fotografici che appaiono come stampati direttamente sulle pareti.

Le tre sale che seguono sono collegate tra loro da una serie di proiezioni sincronizzate che ricostruiscono in modo immersivo e coinvolgente episodi di quella che doveva essere la vita all’interno di un rifugio antiaereo durante un bombardamento. Una serie di proiezioni descrive la doppia prospettiva di chi bombarda e dall’alto non ne percepisce gli effetti, e di chi in basso, ne subisce le conseguenze. Sul pavimento scorrono immagini di Roma vista dagli aerei in volo, durante un bombardamento, mentre sulle pareti è proiettata la città in macerie. Attraverso una ripida scala, si accede all’ultima tappa del percorso: il bunker vero e proprio posto a 6 metri di profondità. La sua grande struttura cilindrica è stata lasciata volutamente libera da oggetti o proiezioni per valorizzarne la qualità strutturale. In questo spazio, è simulata una incursione aerea, attraverso la riproduzione dei suoni (sirene, aerei in avvicinamento, detonazioni) e le vibrazioni del terreno.

I locali, rinforzati con uno spessore di 120 centimetri di cemento armato, all’epoca furono dotati di porte antigas e di un sistema di depurazione e ricambio dell’aria. La struttura blindata del bunker invece, la cui costruzione iniziò nel dicembre 1942 e rimase incompiuta dopo la destituzione e l’arresto di Mussolini del 25 aprile 1943, è situata sotto il piazzale antistante il Casino Nobile, a una profondità di 6 metri. Ha una planimetria a forma di croce con gallerie di 15 metri di lunghezza a sezione circolare con diametro di 2,5 metri, protette da una muratura in cemento armato spessa 4 metri. Al momento dell’interruzione dei lavori di costruzione, mancavano ancora le porte a tenuta stagna, le macchine per l’areazione forzata, i bagni.

Inseriti nel circuito dei Musei di Villa Torlonia, il rifugio e il bunker saranno aperti da venerdì 5 aprile con visite guidate per singoli e gruppi, fino a un massimo di 20 persone per turno, e scuole fino a un massimo di 30 studenti per turno. Il progetto è curato da Federica Pirani e Annapaola Agati. L’organizzazione e i servizi museali sono a cura di Zetema Progetto Cultura, sotto la direzione dell’assessorato alla Cultura e Sovrintendenza capitolina ai beni culturali.

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