Roma, I Musei Capitolini celebrano Domiziano, l’ultimo Imperatore della gens flavia – VIDEO e PHOTOGALLERY

Presso villa Caffarelli l’esposizione di marmi, sculture, oggetti di uso quotidiano e plastici architettonici di celebri monumenti, ci restituiscono la personalità controversa dell’Imperatore che tanto ha fatto discutere storici antichi e contemporanei

Dal 14 luglio fino al 29 gennaio 2023, la nuova sede espositiva dei Musei Capitolini in villa Caffarelli ospita la mostra “Domiziano Imperatore. Odio e amore” per restituire prestigio e soprattutto motivo di riflessione e approfondimento su uno degli imperatori fortemente dibattuti dalla storiografia e spesso anche trascurato. 

Una mostra dal profilo internazionale che vede una coproduzione tra Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e il Rijksmuseum van Oudheden della città olandese di Leiden, dove si è svolta una prima mostra dal titolo “God on Earth. Emperor Domitian”, arricchita nella sede romana di altre 36 opere. L’esposizione offre la presenza di opere d’arte provenienti da importanti sedi museali italiane ed estere come il Musée du Louvre, il British Museum di Londra e la Glyptothek di Monaco. 

“A Roma si inaugura un’importante mostra internazionale – afferma Miguel Gotor, Assessore alla Cultura che è il frutto di un lavoro comune con la città di Leiden, dedicata alla figura controversa di Domiziano, per restituire in modo completo la sua personalità. In un momento come questo di ripresa delle mostre e soprattutto di grande affluenza turistica, Roma vuole proporre ai visitatori una sempre più alta offerta culturale”

Attraverso le 15 sale della mostra, tutte dallo sfondo blu, è possibile ammirare le opere in nicchie dorate che ne esaltano la regalità e l’importanza, oggetti preziosi di uso quotidiano, plastici ricostruttivi dei Fori imperiali, dello Stadio di Domiziano, la cui forma è conservata nella pianta di piazza Navona, del Colosseo, del Tempio di Giove Capitolino. Splenditi ritratti femminili, tra cui il ritratto di Dama Fonseca, con l’utilizzo di specchi che aiutano ad osservare le complesse pettinature di età flavia.

Claudio Parise Presicce, Sovrintendente capitolino e Direttore Musei Capitolini, ci racconta: “Domiziano giunse al governo giovanissimo ad appena 30 anni, con il suo desiderio di cambiamento e la sua grande cultura, e questo ha determinato una serie di circostanze a volte a lui avverse, come ci dicono le fonti antiche. In realtà è stato un Imperatore che ha bene amministrato, ha esteso i confini dell’impero, è riuscito a rinnovare l’immagine della città di Roma, costruendo numerosi edifici pubblici e ha immaginato un’amministrazione della casa imperiale molto più funzionale”.

L’immagine di Domiziano è illustrata dai suoi ritratti tra cui, in apertura mostra, quello proveniente dai Musei Capitolini, a cui si aggiungono quelli provenienti dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, già Collezione Farnese.

Ai ritratti di Domiziano sono affiancati quelli del padre Vespasiano e del fratello Tito, nel ricordare con forza la Gens flavia, che lo stesso imperatore volle esaltare con la costruzione del Templum Gentis Flaviae, un monumento funerario-templare, che in continuità e anche in contrapposizione con il Mausoleo di Augusto, custodiva le ceneri degli esponenti della famiglia. In questa scia rientra l’importanza della ritrattistica imperiale, come mostra l’eccezionale testa colossale di Tito divinizzato esposta in mostra. Domiziano guarda alla Gens giulia, che era stata celebrata nella ritrattistica dei componenti della famiglia, come ancora oggi possiamo ammirare nel Museo dell’Ara Pacis nelle copie in gesso dei ritratti imperiali provenienti da importanti sedi Museali e dalla collezione della Fondazione Sorgente Group.

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