Roma, la luce del Bernini ritorna sull’Estasi di Santa Teresa

Nella chiesa di Santa Maria della Vittoria

La luce dall’alto illumina una delle scene più famose della storia dell’arte, l’Estasi di Santa Teresa d’Avila, capolavoro di Gian Lorenzo Bernini conservato nella chiesa di Santa Maria della Vittoria, a Roma.

Considerata dallo stesso artista la sua migliore creazione, la celeberrima opera è stata interamente restaurata dalla Soprintendenza speciale di Roma, che ha esteso l’intervento – il cui costo complessivo è stato di 100mila euro – a tutta la Cappella Cornaro, restituendo a questo emblema del Barocco una leggibilità che era andata perduta anche a causa dello smog e dell’inquinamento che circonda il sito ecclesiastico, posto proprio all’angolo tra largo di Santa Susanna e via XX Settembre.

Così, viene naturale l’idea di “ragionare insieme alla nuova Giunta” di Roma sulle possibilità di alleviare questo gioiello dal traffico, soprattutto adesso che la pulitura e il controllo di ogni superficie ha restituito un’esplosione di colori eterei agli angeli intorno alla colomba dello Spirito Santo, così come alle dorature originali, alle sculture e ai marmi. I lavori hanno riguardato anche il tabernacolo, al cui interno è stata riposizionata la vetrata che irradia il gruppo scultoreo proprio come aveva immaginato e voluto Bernini, che aveva levigato il marmo di Carrara in modi diversi proprio in funzione della luce che arrivava sulla Santa in estasi e all’angelo sul punto di trafiggerla.

“Il restauro è stato totale e ha restituito una lettura completa di quest’opera che fino a oggi è stata concepita per l’elemento centrale, che è il gruppo scultoreo, ma in realtà Bernini aveva concepito quest’opera in modo completo, cioè basandosi sull’armonia totale tra l’architettura, la pittura, la scultura e anche la rappresentazione scenica, come dimostrano i membri della famiglia Cornaro che nei rilievi laterali assistono a questa scena”, ha spiegato la soprintendente speciale di Roma, Daniela Porro.

“Dunque, la scena teatrale e anche l’illuminazione artistica sono state concepite dallo stesso Bernini e già comprese in occasione di un restauro ottocentesco. Durante questo intervento, infatti- ha aggiunto Porro- sono stati rinvenuti anche dei pezzetti di vetro riconducibili alla metà del Seicento e questo ha reso possibile ricostruire questa camera di luce che Bernini concepisce per inondare di una illuminazione calda tutta la Cappella e per fare in modo che i raggi del sole andassero a colpire il meraviglioso nucleo centrale”.

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