Svetta su turisti e residenti diretti ai Musei capitolini di Roma: la statua colossale di Costantino, risalente al IV secolo dopo Cristo, è stata ricostruita in scala 1:1 e da oggi è esposta gratuitamente nei giardini di Villa Caffarelli. L’impatto visivo che si offre ai visitatori è quello voluto dall’imperatore nell’antica Roma, quando le opere monumentali dovevano trasferire ai sudditi il senso di grandezza e timore del potere imperiale. Partendo dai nove frammenti in marmo pario, rinvenuti nel 1486 nella Basilica di Massenzio, a cui poi se ne è aggiunto un altro riemerso nel 1951 dal Colosseo, la fondazione Prada, che da qualche anno cura anche l’arte classica oltre a quella contemporanea, ha ridato vita all’antica scultura insieme alla Sovrintendenza capitolina ai beni culturali e alla Factum foundation for digital technology in preservation.
Nei fatti la statua è una riproduzione realistica dell’antica statua: è alta 13 metri e innesta una replica dei frammenti che compongono la testa, il braccio destro, un polso, la mano destra, il ginocchio destro, lo stinco destro e i due piedi alla ricostruzione materiale, attraverso la tecnologia 3D, delle parti mancanti. L’uso di resina e poliuretano, polvere di marmo, foglia di alloro e gesso restituiscono la sensazione materica del marmo e del bronzo originali. La struttura interna, al tempo costuita di mattoni, legno e barre di metallo, è stata realizzata invece in alluminio. La ricostruzione dell’opera è terminata a fine marzo del 2022 e la statua è stata esposta in anteprima a Milano, dal 17 novembre successivo al 27 febbraio 2023, in occasione della mostra “Recycling beauty” della fondazione Prada. L’opera infatti da un lato è una riproduzione che ha l’obiettivo di condurre chi la osserva a esplorare le sensazioni reali “inconcilibili” con quelle virtuali, così le ha definite il curatore Salvatore Settis, di chi si confronta con un’opera colossale. Dall’altro lato, la statua originaria probabilmente era essa stessa frutto di un’operazione di antico riciclo.
Le indagini svolte nel lungo corso degli anni, a partire del XV secolo, avevano inizialmente fatto credere che si trattasse di una statua di Giove, poi dell’imperatore Commodo sul finire del Seicento, soltanto alla fine dell’Ottocento il ritratto è stato attribuito all’imperatore Costantino e i ricercatori in questo momento stanno cercando di appurare se si trattasse in principio di una statua di Giove, collocata nell’omonimo tempio, poi riadattata nel volto fino a ritrarre Costantino o se sia stata costruita per l’imperatore ispirandosi al Zeus di Fidia oggi conservato all’Ermitage di San Pietroburgo: in diversi, tra cui il professor Settis, propendono per la prima ipotesi. L’imperatore infatti è rappresentato come Giove, con la parte superiore del corpo scoperta e il mantello adagiato sulla spalla, il braccio destro che impugna lo scettro ad asta lunga e la mano sinistra che regge un globo che rappresenta il mondo. L’elemento del potere terreno, che lo differenzia dalle antiche statue di Giove, è il drappeggio che lascia scoperto il ginocchio destro: era segno di riverenza e sottomissione, difatti, secondo la narrazione omerica, che i sudditi si inchinassero all’altezza delle ginocchia dei potenti, fossero questi eroi, semidei o imperatori. Altro elemento che consente con certezza di datare i frammenti all’età imperiale è la posizione del dito indice della mano destra che dal rinascimento in poi – seguendo la scuola michelangiolesca – punta verso il cielo.
Stamattina il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, l’assessore alla Cultura Miguel Gotor, il sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicce, il curatore Salvatore Settis e i rappresentanti di Factum Foundation hanno presentato l’opera al pubblico. “Tutti, romani e turisti – ha detto Gualtieri – potranno venire qui e ammirare questa meravigliosa ricostruzione della statua di Costantino: è stato un lavoro straordinario, fatto utilizzando i frammenti originali che sono conservati nei Musei Capitolini. La statua è stata riprodotta proprio com’era, è alta 13 metri, è un vero colosso che rappresentava il potere imperiale di Costantino che ha trionfato a Ponte Milvio. Probabilmente è stata utilizzata proprio una statua di Giove, come base, o forse è stata ispirata al Zeus di Fidia: i ricercatori stanno cercando di far chiarezza su questo punto. È molto affascinante questo rapporto della città con il passato che stiamo facendo rivivere, collocando i frammenti del passato nel tessuto urbano contemporaneo, come fatto con la Forma Urbis”.