Romolo Faraoni, l’’egiziano’ de noantri travolge il web

In esclusiva, per Radio Colonna: Stefano Catoni, in arte Romolo: un personaggio eclettico, istrionico , complesso e comico fatto "in casa" .

Un suo video è diventato virale in un attimo. Migliaia le visualizzazioni e le condivisioni fra Facebook, Youtube e Whatsapp. Romolo Faraoni, un egiziano costretto a vivere in Italia, telefona disperato al suo amico Kalhed. “Ti prego, ridammi il mio passaporto, fammi tornare in Egitto! Ti scongiuro, qui ci sono le mummie vive e vanno anche al Governo. Le mummie, in questo Paese, votano Silvionkhamon”.

In un altro dei suoi video, anch’esso di grande successo, Romolo si giustifica con Kalhed perché non riesce a portare a termine l’attentato che gli è stato ordinato. “Ti giuro, gli dice al telefono, questa mattina alle 7.00 ero già sul raccordo ma ora sono le 11.30 e sono ancora sulla Prenestina! In questa città non si possono fare attentati perché è impossibile arrivare in centro!”.

Incuriositi dal personaggio, siamo andati a intervistarlo. Durante la chiacchierata, fra una risata e l’altra, abbiamo avuto modo di conoscere un personaggio eclettico, istrionico, talentuoso e complesso. Abbiamo scoperto anche l’altra faccia del comico. Quella più intima. Quella celata, come protezione, dalla maschera del sorriso. Quella delle inquietudini più profonde. Perché Stefano Catoni, in arte Romolo, è risalito dal buio della depressione. Un male che lo aveva inchiodato, per quasi un anno, nell’immobilità del silenzio del suo letto. Oggi è rinato e la sua storia può essere un esempio.

Stefano, come nasce l’idea del personaggio?
“Ho sempre fatto le imitazioni degli egiziani ma questo personaggio, buffo e simpatico, l’ho creato per alleggerire la paura per gli attentati e il terrorismo. Si sta diffondendo, purtroppo, un timore per chiunque sia diverso da noi e lo trovo inconcepibile. Ci tengo a ricordare che, con Romolo, sono arrivato alle finali del programma televisivo di La7, ‘Eccezionale Veramente'”.

Gli extracomunitari come percepiscono Romolo?
“La mia grande soddisfazione è ricevere, quotidianamente, messaggi di stima da ogni parte del mondo. In Medio Oriente, in Africa o dalla Mecca, si divertono molto con Romolo”.

Sei un cantante, un autore, un imitatore, un cabarettista e che altro…?
“Mi sento anche un poeta. Penso di avere molte sfumature. La sensibilità può avere infinite forme anche in apparente contrasto o distanza, fra loro. In realtà, invece, sono tutti aspetti della medesima espressione interiore. Dalla voce della mia invisibile malinconia è nato il libro: ‘Poetiche immagini dell’anima’ (Masciulli Edizioni). Una raccolta di liriche e ‘afopoesie’, un termine che ho coniato per indicare degli aforismi poetici”.

Nonostante tu riesca a far ridere molte persone, ci tieni sempre a ricordare quanto sia difficile vivere…
“Quattro anni fa, in modo devastante, sono sceso nell’inferno della depressione. Ero imprigionato nell’assenza di una non vita. Oggi ringrazio questo stato depressivo perché mi ha insegnato molto. Ho compreso su chi poter contare realmente ma, soprattutto, ho capito che per vivere ci vuole coraggio. Non bisogna mai arrendersi. Bisogna farlo per rispetto verso se stessi e verso chi ci ama”.

Il tuo cane, in questo, ha giocato un ruolo fondamentale…
“Nel periodo più acuto della malattia, mi è stato donato Jocker, un meticcio di due anni.  E’ stato il mio angelo custode. Prendermi cura di lui mi ha ridato vita. E’ stato una  spinta vitale, irrefrenabile. Quando mi vedeva piangere, veniva a leccarmi le lacrime. E’ in grado di avvertire, preventivamente, i miei  disagi interiori. Se io sto male, lui si avvicina e inizia a tremare. Sembra che si faccia carico, come uno specchio, del mio dolore. E’ il mio dono del cielo. Se sono rinato, lo devo anche a lui”.

Stefano ha finito di parlare. Sono contento di averlo incontrato perché è un “puro”. Lui è visibilmente commosso. Mi abbraccia e sussurrandomi all’orecchio mi dice: “Amigo Belo, grasie… andiamo fare attentato o ti ofro Kebab?”.
Il clown è anche questo. Un acrobata, fra il riso e le lacrime.

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