Stefano Turr, il garibaldino ungherese che lottò per l’Italia unita

La storia particolare di Stefano Turr, da traditore degli asburgo ed eroe nell’unificazione italiana. L’omaggio di Roma al Gianicolo

In pochi conoscono la storia di un signore ungherese dell’Ottocento – baffi lunghissimi e pizzetto curato alla perfezione – che ha avuto un ruolo importante nel Risorgimento italiano. Un uomo che, per lottare al fianco dei Mille e di Giuseppe Garibaldi, ha tradito l’esercito asburgico e combattuto tra le più importanti guerre del suo tempo: quelle d’indipendenza del 1848-1849 e la guerra di Crimea.

Parliamo di Stefano Turr, al secolo István Türr, nato nell’Ungheria orientale nel 1825 e morto in tarda età a Budapest nel 1908. La sua storia ha dell’incredibile e racconta come parte dell’Unità d’Italia, da un punto di vista militare, sia avvenuta anche grazie al contributo di avventurieri stranieri, con una vita di diserzioni, guerre e impegno politico.

Nel 1859, Giuseppe Garibaldi favorisce la formazione di legioni straniere che potessero combattere al fianco dei piemontesi e dell’esercito meridionale garibaldino. Nasce così la Legione Ungherese, composta perlopiù da disertori magiari, compreso Turr, che faranno poi parte dei Cacciatori delle Alpi, la brigata di volontari che combatterà contro gli austriaci, sotto il comando dello stesso Garibaldi, nella Seconda Guerra d’Indipendenza. Ma la carriera di Turr non è fatta solo di guerre e diserzioni, visto che il garibaldino ungherese sarà sempre tenuto in particolare considerazione sia da Garibaldi che dai sabaudi. Intorno al 1860, infatti, viene scelto come governatore di Napoli anche al fine di preparare il plebiscito per l’annessione al Regno d’Italia. Poi, a ridosso dell’unità, l’ungherese viene nominato generale di divisione dell’esercito sabaudo e nel 1862 aiutante di campo onorario di Re Vittorio Emanuele II.

Ma la sua vita è degna di nota anche dal punto di vista sentimentale. Prima di tornare in Ungheria e proseguire lì il proprio impegno politico, Turr sposa una Bonaparte, Adelina Bonaparte Wyse. Un matrimonio di particolare prestigio, visto che Adelina è la cugina di Napoleone III.

Roma ha deciso di onorare la sua memoria attraverso un mezzobusto che è conservato al Gianicolo. E che mette in risalto quei baffi e quell’aspetto che rendono Turr inconfondibile e indimenticabile.

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