Su Rai2 serata Bangla, la Roma multietnica di Bhuiyan

L'8 ottobre verrà presentato il film Bangla al quale seguirà un incontro. Raggi: il multiculturalismo è prezioso

Non pensavo di avere un’influenza così estensiva con il mio film… ho ancora gente che mi scrive sui social alle tre di notte per parlarmene…tipo maniaci“.

Lo dice sorridendo il 23enne Phaim Bhuiyan, il giovane regista e protagonista dell’opera prima Bangla, la commedia multietnica che debutterà in chiaro su Rai2 in una serata evento l’8 ottobre, seguita dall’incontro condotto da Andrea Delogu, nel quale Bhuiyan ha incontrato dopo una proiezione del film, vari rappresentanti delle comunità e realtà nel quartiere romano dove è cresciuto da italiano di seconda generazione, Torpignattara.

Sono 50% Bangla, 50% Italiano e 100% Torpigna” è la frase simbolo del film, dove si mescolano realtà e finzione. ”In alcuni periodi anche recenti abbiamo sentito parlare dell’altro come un nemico, del multiculturalismo come un’apocalisse – dice alla presentazione della serata evento, durante il Prix Italia, la sindaca di Roma Virginia Raggi – invece è l’occasione per le persone di incontrarsi e arricchirsi a vicenda ed è importante che un film come Bangla lo mostri così” .

Il film, vincitore di vari premi, tra i quali il Nastro d’argento come migliore commedia, “è un gioiello straordinario, un film alla Truffaut, dove le differenze culturali legate al cibo, al sesso e alla religione, vengono superate dall’amore” aggiunge il direttore di Rai2 Carlo Freccero.

Nell’incontro ‘Bangla – Diario di un film’, il dialogo sul film e su Roma multietnica è affrontato, fra gli altri, con l’imam di Centocelle, Mohamed Ben Mohamed, che ha amato di Bangla la rappresentazione delle difficoltà che affronta un italiano di seconda generazione “ma non gli è piaciuta la scena iniziale, nella quale il protagonista, vede alcuni seni in sogno” dice un po’ imbarazzato Bhuiyan.

Il film è stato prodotto da Fandango e Timvision, che l’ha reso disponibile sulla sua piattaforma dal 29 agosto. “E’ il primo film che produciamo di un italiano di seconda generazione” ricorda Domenico Procacci di Fandango, augurandosi che presto in Italia “si torni a parlare di Ius soli“.

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