Suspiria di Luca Guadagnino arriva finalmente al cinema dopo il passaggio al Festival di Venezia, sarà in sala dal 1° gennaio. A presentarlo il regista e il cast all’ultima Mostra del Cinema: Tilda Swinton, Dakota Johnson, Chloë Grace Moretz, Mia Goth, Jessica Harper e il compositore della colonna sonora Thom Yorke.
La storia riprende (solo in parte) quella del capolavoro di Dario Argento: la giovane ballerina Susie Bannion arriva a Berlino per fare un’audizione alla prestigiosa scuola di danza Helena Markos. Susie arriva in a Berlino nel 1977, una città già divisa e scossa dalle proteste pro e contro la Rote Armee, la banda Baader Meinhof.
Dopo Chiamami col tuo nome, in cui Luca Guadagnino ha raccontato la bellezza e il dolore del primo amore, Suspiria affronta atmosfere molto più “dark”. Un’enigmatica ballerina che si è lasciata alle spalle un passato che vuole dimenticare e che arriva in una città turbolenta:
“I film si fanno e parlano in maniera indipendente rispetto ai propri realizzatori – parla il regista – Suspiria, più che la scoperta della morte, è un film sul terribile nei rapporti interpersonali, nel femminile e nella storia”.
Più che nell’originale di Argento, la danza ha un ruolo ancora più centrale:
“Amo il mezzo espressivo della danza, non sono un esperto, ma per me è un piacere immenso. In questo film abbiamo avuto il piacere di lavorare con un grandissimo coreografo Damien Jalet ed era cruciale per questo film che la danza non fosse un orpello, come direbbe Madame Blanc, ma venisse utilizzato come personaggio o linguaggio, o come trascendenza della magia”.
Suspiria ha potuto avvalersi della collaborazione del production designer, nominato per Tre Manifesti a Ebbing, Missouri, Inbal Weinberg che ha trasformato un vecchio hotel di Varese in una scuola di danza nella Berlino degli anni 70:
“Sono molto specifico su quest’aspetto e sono un vero incubo per tutti i miei production designer, con Inbal ho trovato il mio antagonista: io sono arabo, lei è israeliana, quindi un’unione nata in paradiso. Entrambi volevamo radicare questo film nel Modernismo tedesco e trovare come la fondazione degli anni 30 fosse ancora presente negli anni 70. Abbiamo lottato per avere elevato perfezionismo nel nucleo dei set girando in un hotel abbandonato che ho trovato a Varese, costruito alla fine del 19° secolo in stile Art Nouveau. Vedevo il senso di soffocamento dei personaggi, quindi abbiamo spazzato via l’Art Nouveau lasciando spazio all’Art Deco, ho trovato alleati come Merissa Lombardo, la nostra set decorator”.
Suspiria di Luca Guadagnino è un film totalmente diverso dall’omonimo di Dario Argento:
“Lo amo, tutti lo amano. Non sarei seduto qui se non fosse per lui, sto diventando lo stalker dei grandi del cinema, Dario è uno di loro. Vi racconto un aneddoto, dopo Suspiria, ho visto tutti i suoi film, avevo 15 anni ed ero a Palermo. Hanno chiamato mia madre per dirle che c’era Dario Argento in un ristorante, e ci sono andato e ho aspettato sotto la finestra del locale finché non aveva finito. Penso che Dario fosse in paranoia e si chiedeva chi fosse quel ragazzino che lo guardava dalla finestra: beh, ero io. E c’è quella scena nel film…”.











David Kajganich, che ha adattato la sceneggiatura originale di Argento insieme a Guadagnino, ha spiegato perché il film è stato ambientato nella Germania degli anni 70:
“Credo che ci fosse già nell’originale, il contesto politico non era scandagliato nel film di Argento. Volevamo rendere il film attuale piuttosto che modernizzarlo, abbiamo approfondito i temi che ci stanno cari e abbiamo finito per ambientare il film nella Germania degli anni 70 e spostare l’azione a Berlino per parlare in maniera più profonda del sottotesto politico del film”.
“Il 1977, inoltre, è stato un anno fondamentale per la rivolta femminista – aggiunge Guadagnino – in particolare in Europa per i non europei. Il femminismo in Italia lottava non per l’uguaglianza come negli USA, ma per la differenziazione: eravamo molto interessati a tutto questo. In ultimo, è la decade dei più grandi film di Fassbinder e volevamo tornare a quell’epoca”.
Suspiria può contare su un nutrito cast di donne, molte animano il sabba al centro del film, in particolare Tilda Swinton ha il ruolo dell’enigmatica Madame Blanc ispirata a Pina Bausch, Mary Wingham e Martha Graham e interpreta anche l’enigmatico Lutz Ebersdorf:
“Mi sono ispirata a Boris Lermontov di Scarpette rosse. Ho amato lavorare con Lutz, l’ho trovato un partner pazzesco, ma perché eravamo guidati da Luca e se lo conoscete sapete che ha un dono per evocare momenti ed emozioni nei film, così è andata con me e Lutz, è stato gentile e ti ha ‘abbracciata’ come attrice”.
Chloë Grace Moretz ha un piccolo ruolo nel film, è la ballerina che denuncia le attività oscure della scuola di danza al centro del film:
“È stato incredibile lavorare con lui perché ti lascia libera di seguire le tue idee, ti lascia libera di fare. Gli piace vedere che ti liberi dalle tue paure, ed è qualcosa che amo fare come attrice”.
Dakota Johnson aveva già lavorato con il regista in A Bigger Splash, interpreta la protagonista:
“È la seconda che lavoriamo insieme e mi sento a mio agio quando mi dirige, ci conosciamo molto bene e sono pronta a tutto quando sono diretta da lui. Il film è su cose che amo molto, riguarda la danza, la magia e sono cresciuta con il fascino per i gruppi di donne, avere questo sguardo all’interno di qualcosa così mistica per me, insieme a una persona che amo così, è stato perfetto”.
Anche Tilda Swinton aveva già lavorato con il regista in ben due film:
“Siamo amici, fra noi c’è una relazione di sangue, sopratutto dopo questo film! Lavorare con lui per me è come stare a casa., è difficile trovare altri filmaker con cui si lavora a proprio agio, oltre questo c’è una sorta di sfida. Fare film è un’arte collaborativa, quando sai che la persona con cui lavori ha una soglia di noia molto più bassa di te sai che è stimolante: è interessato in qualcosa che non è stato visto prima, in te e sei al sicuro perché potete continuare a stimolarvi a vicenda, per me non è solo arte è una questione di vita, sono molto fortunata a lavorare con Luca”.
A curare la colonna sonora è stato per la prima volta Thom Yorke, voce dei Radiohead:
“Ho preso la musica del film originale come punto di riferimento, si è trattato di un processo assurdo sin dall’inizio: quando Luca è venuto a trovarmi, gli ho detto che era un pazzo perché non l’avevo mai fatto prima d’ora e quella di Suspiria è una colonna sonora leggendaria, quindi ci ho messo un paio di mesi prima di decidermi ma è uno di quei momenti in cui vuoi scappare, ma ti penti se lo fai. Ho guardato Suspiria di Dario Argento numerose volte e aveva una colonna sonora fortemente intensa per l’epoca: Goblin e Dario erano fortemente uniti all’epoca, ma era fortemente legata all’epoca, impossibile per me fare un riferimento. Al contrario, ho trovato interessante l’uso delle ripetizioni con una parte della tua mente che ti implora di non sentirla più, quello mi ha convinto a partecipare: ho provato a riprodurre i ritmi ipnotici nel mio studio”.
Anche il cantante inglese è stato fortemente influenzato dal 1977 nella realizzazione della colonna sonora:
“Per me il 1977 era soprattutto legato al kraut rock e a tutte le musiche del periodo e precedenti che amo moltissimo, è stato un modo bello di fare qualcosa di figo e avventurarmi in un mondo che non conoscevo prima”.
Suspiria è un film profondamente femminile (nel bene e nel male), ma che deve anche molto al cinema di Fassbinder:
“È stato un maestro della crudeltà, ha creato personaggi femminili incredibili, donne tormentate, ma mai sconfitte, mai vittime: personaggi che mettono in moto un gioco di crudeltà senza esserne schiacciate”.
Dakota Johnson non ha confermato il crollo post-film anche se ha ammesso che la psicanalisi l’ha aiutata a lasciarsi alle spalle il film: aiutata
“L’esperienza sul set non è stata traumatica, è stata divertente, ricca di gioia, non mi ha mandato questo film in analisi, ma ho solo molti sentimenti…”.
Suspiria è una rilettura totalmente diversa del film originale di Dario Argento in cui le donne riescono a essere, se possibile, ancora più protagoniste, ma per il regista non è legato al movimento #MeToo:
“È interessante dal nostro punto di vista e parlo da uomo europeo, guardare a questo movimento così femminile e americano è stato un passaggio dal quale non si torna più indietro, Suspiria è stato fatto prima, ma mi piace pensare che il nostro lavoro provenga da un piacevole desiderio di non schiacciare mai gli altri con il proprio potere”.


















Proprio come accade – senza fare spoiler – alla Susie del film, Suspiria nella rilettura di Guadagnino vi aspetta al cinema dal 1° gennaio, distribuito da Videa.