È stato approvato il bilancio della Fondazione Teatro di Roma, che si è tenuta ieri durante il Consiglio di amministrazione. Dopo l’ok da parte dei socia alla modifica dello statuto, si chiude “una fase difficile e anche aspra. Questo grazie all’accordo raggiunto tra i soci della Fondazione e al percorso di modifica dello statuto che porterà a una nuova governance operativa con la nomina di un direttore generale con uno spiccato profilo manageriale, accanto a quella del direttore artistico”, si legge in una nota del presidente della Fondazione, Francesco Siciliano.
“La conclusione di questa vicenda è, a mio giudizio, non una soluzione di mediazione, ma la scelta della forma migliore per la gestione e la vita di un organismo complesso come è il Teatro di Roma con la sua molteplicità di sale (all’Argenti, India e Torlonia nel 2025 si aggiungerà anche il prestigiosissimo Teatro Valle) e con la volontà di essere il luogo dove voci diverse, sensibilità anche lontane possono confrontarsi. Abbiamo sempre pensato a un teatro che fosse intimamente legato alla città, alla sua realtà culturale e teatrale, che facesse crescere un nuovo più largo pubblico, che ascoltasse le esigenze diverse che vengono dal territorio mantenendo e accrescendo il suo carattere nazionale e internazionale”.
Abbiamo superato “un momento difficile, in cui le lacerazioni sembravano aver avuto il sopravvento – si legge -. Averle superate è un segnale positivo. Per questo ringrazio il Comune di Roma che ha fortemente voluto questo dialogo e il sindaco Roberto Gualtieri che si è impegnato personalmente per il Teatro e per la città. E la Regione e il Ministero che, dopo un confronto anche aspro, hanno alla fine trovato una risposta positiva per l’assetto del Teatro di Roma. Il mio compito, da presidente della Fondazione, è ora quello di garantire il completamento di questo percorso e insieme di assicurare il migliore svolgimento del lavoro del Teatro al servizio di Roma e dei cittadini. Sono convinto che, a regime, il Teatro di Roma riuscirà ad assicurare una gestione equilibrata e positiva, qualità nella sua offerta culturale, apertura alle voci e ai linguaggi nuovi, contribuendo alla crescita della capitale e alla sua coesione anche perseguendo obiettivi civili e sociali (attenzione all’ambiente, inclusività, multiculturalità, integrazione) che sono nel Dna di questo teatro”.