Un Claudio autorevole in mostra all’Ara Pacis

L’imperatore romano al centro di un’esposizione ricca e innovativa. Presente anche il Germanico della Fondazione Sorgente Group

Intrighi orditi in seno alla stessa famiglia, avvelenamenti sospetti, una cattiva fama forse ingiustificata, e alcune grandiose imprese: questa l’atmosfera in cui prende forma la densa seppur breve vita di Claudio, l’imperatore romano nato a Lione, sul quale in pochi avrebbero scommesso prima dell’acclamazione da parte dei pretoriani.

Eppure la sua fama di uomo debole, legata ai pregiudizi sullo stato di salute e alla sua designazione “manu militari”, viene messa seriamente in dubbio dalla mostra “Claudio Imperatore, Messalina, Agrippina e le ombre di una dinastia” al Museo dell’Ara Pacis da domani, sabato 6 aprile, e fino al 27 ottobre. L’esposizione riabilita completamente l’autorevolezza e la capacità politica di Claudio, con sapienti ricostruzioni multimediali, e grazie alla qualità delle opere esposte, frutto di prestiti internazionali (Louvre, Museo delle Belle Arti di Lione e di Parigi, Vienna, British Museum, i Vaticani) e nazionali (gli Uffizi, il Museo Nazionale Romano).

“Oltre a indagare le figure delle sue mogli più discusse Agrippina e Messalina, ci interessa la sua figura come amministratore e conquistatore, con le numerose infrastrutture realizzate per la Roma del periodo” – ha rilevato Maria Vittoria Marini Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali. “Fu il primo a capire l’importanza delle province e a valorizzarle, conquistandone cinque in soli 14 anni. Dobbiamo a lui la costruzione del Porto di Roma ad Ostia per l’approvvigionamento dell’urbe, come il completamento degli acquedotti” – ha aggiunto la curatrice Lucia Spagnuolo.

La mostra, che si collega idealmente all’analoga manifestazione già avvenuta a “la Ville de Lyon”, se ne discosta per una serie di motivi, la componente multimediale ad esempio, che piacerà molto ai ragazzi, ma anche i contributi offerti delle istituzioni culturali e museali romane. In particolare, si è voluto dare risalto alla figura del fratello Germanico, che fu il favorito da Augusto ma che non è mai arrivato al potere perché probabilmente vittima di avvelenamento. “Claudio volle esaltare Germanico e rappresentarlo persino sulle monete per rimarcare l’appartenenza alla medesima dinastia, la giulio claudia, per emendare la sua designazione per mano militare” – ha ricordato Spagnuolo. Germanico è infatti presente per la prima volta nel ritratto della Fondazione Sorgente Group presieduta da Valter e Paola Mainetti, contraddistinto da uno sguardo assorto e la resa plastica e animata delle ciocche della chioma.

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