La storia dell’arte si fa pop e il pop si colora di graffi, come murales di una periferia abbandonata, nella mostra ‘Veloci-Raptor = ladro veloce’ di Enrico Manera, che inaugurerà giovedì 3 ottobre alle ore 19:00 al Margutta Veggy Food & Art, in via Margutta 118.
L’esposizione – curata dalla Daniele Cipriani Arte, e ideata da Tina Vannini – sarà composta da 18 opere, tutte a colori, in diversi formati, che comprendono anche il ritratto di Manera fatto da Mario Schifano nel 1978.
“Velocità e dinamismo, due situazioni futuriste inconfutabili: è da qui che nasce il binomio Velociraptor-velocità – spiega Enrico Manera – La parola “velociraptor”, dal latino ladro veloce, viene qui frazionata in due parole, Veloci-Raptor. In quel trattino, insomma, si trova il senso di questa mostra”.
La mostra, ingresso libero, sarà visitabile sino a domenica 8 dicembre, tutti i giorni a partire dalle ore 10:00 e fino a mezzanotte. In occasione della mostra saranno organizzati alcuni appuntamenti con importanti critici d’arte, come Duccio Trombadori e Gian Ruggero Manzoni.




Enrico Manera, attraverso le sue opere, racconta, in uno stile dissacrante e un po’ cruento, l’ingordigia di Wall Street, i capolavori di Michelangelo e di Caravaggio, peculiarità e storie di regioni e Paesi. Senza risparmiare niente e nessuno, né i giganti dell’Arte né lo star-system di oggi.
“Nella ricerca dell’autore – scrisse Maurizio Sciaccaluga – le vicende recenti dell’umanità, le icone che rappresentano lo status quo del mondo di oggi, perfino le figure emblematiche della storia dell’arte e del pensiero, sono passate attraverso un setaccio fatto di toni roboanti e lucenti, grazie ai quali l’esagerazione dello stile finisce con lo svelare l’assurdità e l’ingiustizia profonda delle cose: l’artista scava e scruta tra le debolezze umane, nelle ferite e nelle lacune del passato dell’umanità, e ridicolizzando errori e orrori compie, a nome collettivo, una specie di emendatio: scaricati sulla tela, sbattuti nelle prima pagina del quadro, le colpe e i debiti possono almeno per un momento essere considerati estinti, pagati. Insomma, ci si può anche ridere sopra, seppure di un riso amaro, caustico, acre”.
Enrico Manera si è formato alla Scuola di Piazza del Popolo, che negli anni Sessanta raccoglieva artisti come Mario Schifano, Giosetta Fioroni, Tano Festa e Franco Angeli, che erano soliti riunirsi al Caffè Rosati di piazza del Popolo o alla Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis. A loro si unirono poi anche Pino Pascali, Francesco Lo Savio, Sergio Lombardo, Renato Mambor, Jannis Kounellis, Cesare Tacchi e Umberto Bignardi. Il più giovane del gruppo fu proprio Manera, che aveva aderito a tale avanguardia verso la metà degli anni Settanta.