La quarta giornata di Venezia 74 ha per protagonista Paolo Virzì e il suo primo film americano: The Leisure Seeker, in Italia uscirà con il titolo Ella e John. Fra i lungometraggi presentati oggi anche Victoria e Abdul con il premio Oscar Judi Dench e diretta da Stephen Frears, il documentario Ryuchi Sakamoto: Coda, il delicato La Villa e The Private Life of a Modern Woman con Sienna Miller come protagonista.
Ryuchi Sakamoto: Coda
Stephen Nomura Schible dirige il documentario Ryuchi Sakamoto: Coda che ha per protagonista il compositore giapponese. Da artista elettronico a compositore premio Oscar, dopo Fukushima, Sakamoto si è fatto portatore di una serie di movimenti contro il nucleare.
Il regista americano giapponese Schible ha spiegato così il motivo che l’ha spinto a dirigere questo documentario: “Dopo Fukushima il Giappone non è più lo stesso e ne ho parlato con Sakamoto. I media non erano concentrati sul suo attivismo e allora ho deciso di seguirlo”.
Il terremoto del 2010 ha cambiato Ryuchi Sakamoto: “Il terremoto e lo tsunami hanno avuto un impatto su di me, ero già consapevole del mio interesse nei confronti dell’ambiente, ma da allora ho iniziato a pensare più spesso alla natura. Negli ultimi 6-7 anni mi ricordo di fermarmi e ascoltare la natura. L’altro motivo che mi ha spinto è che gli incidenti continuano a Fukushima, ma i media non ne parlano”.
Ryuchi Sakamoto ha provato a mettere la sua notorietà da parte in questo film: “Ho provato a essere solo soggetto, il regista aveva un’esperienza chiara su quello che voleva fare”. A cambiare la vita del maestro giapponese anche il cancro che l’ha colpito tre anni fa: “Mi sono sentito vicino alla morte, se avessi vissuto un secolo fa sarei già morto. L’andarsene via o il passaggio della vita sono temi molto importanti nella musica”.
Sakamoto ha anche recitato: “Sono molto timido, l’ho fatto solo perché Oshima me l’aveva chiesto, potrei rifarlo solo se un regista che mi piace molto me lo chiede”.
La Villa
Roger Guédiguian dirige La Villa, nel film ritroviamo molti dei sui attori “feticcio” Jean-Pierre Darroussin e Ariane Ascaride. Tre fratelli si ritrovano nella villa di famiglia per vegliare il padre morente: l’attrice Angela, Joseph e Armand.
Jean-Pierre Darroussin ha spiegato così la lunga collaborazione con Guédiguian: “Abbiamo costruito un edificio che ha delle ottime fondamenta”. Ariane Ascaride ha paragonato la lunga collaborazione a un viaggio in barca: “Ci siamo saliti senza sapere bene come sarebbe stato questo viaggio e continuiamo a fare scoperte”.
Il regista Guédiguian è più pragmatico: “Abbiamo iniziato a lavorare insieme e continuiamo, abbiamo l’estrazione popolare simile, un modo di fare e di amare in comune. Abbiamo deciso di lavorare con la stessa troupe, ma se vanno a lavorare con altri, la nostra relazione si arricchisce”.
In La Villa, dopo un funerale ritroviamo una coppia fare l’amore, per Guédiguian non è nulla di scioccante: “La morte ci porta a una pulsione nei confronti della vita, non esistono film che non parlino d’amore”.
Il film si conclude con una scena potente e delicata allo stesso tempo per il regista è simile a una rivoluzione: “Viviamo in un’epoca molto concentrata sull’individuo, le rivoluzioni devono andare avanti in ambito individuale, si devono fare proposta di riforma, ma bisogna essere fedeli a questo sogno senza tradirlo. Non facciamo abbastanza proposte e queste non arrivano né da Macron, né da Renzi”.
Victoria & Abdul
Stephen Frears torna Fuori Concorso a Venezia 74 con la storia di un’amicizia particolare fra l’imperatrice Victoria e Abdul Karim. Judi Dench dà il volto all’imperatrice Victoria, torna a interpretarla dopo La mia Regina: “Non speravo di riprendere questo ruolo, ma è stata questa storia a convincermi. La proposta mi sembrava impossibile da rifiutare”.
A dirigere Stephen Frears che dieci anni fa portò a Venezia The Queen con Helen Mirren. Frears giudica il suo copione “divertente” e paragona le due regine: “Il passaggio fra le due regine? Non sono peggiorato, alla mia età sono ancora fortunato che mi facciano ancora fare film!”.
C’è chi lo accusa di essere un regista diverso da quello di My Beautiful Laundrette, ma a difenderlo ci pensa il suo attore Eddie Izzard: “È una storia che appartiene al 20esimo secolo, che ci racconta qualcosa della Gran Bretagna che non conosciamo, mi piace che rivesta questo ruolo. È una storia meravigliosa ed è stata nascosta per anni ed è identica a My Beautiful Laundrette”.
Ali Fazal interpreta Karim: “Ho seguito il mio regista, abbiamo fatto delle prove prima di iniziare a parlare del film”. I due personaggi finiscono per innamorarsi: “Quando parli di innamorarsi è per questo che la storia d’amore è così intrigante, è anche molto complessa. La sua attitudine è molto complessa, non c’è solo la gioia di essere rilassata con qualcuno, deve seguire delle regole, il cerimoniale, lei riceve degli insegnamenti da lui e arriva un momento della sua vita in cui sente questo bisogno”.
“Lei era la persona più potente di al mondo, i due si stimolano reciprocamente”, afferma Fazal. Judi Dench ha anche indossato una serie di vestiti bellissimi: “Sono stupendi, ma è molto difficile muoversi, Vittoria poi era molto piccolina, come me, ma aveva un giro vita enorme. Una volta che però ti abitui riesci a fare tutto: sedersi, bere e anche una vita normale”.
The Private Life of a Normal Woman
The Private Life of a Normal Woman è un titolo fuori concorso scritto da James Tobeck appositamente per Sienna Miller, l’attrice è purtroppo assente: “Non è una piagnucolona”, la giustifica il regista, “Avevo anche pensato di farvi sentire il suo messaggio in segreteria, ma non mi è sembrato carino”.
“Anni fa stavo lavorando a un progetto con Sienna Miller, James Franco, ma alla fine il produttore ci ha abbandonato e avevo promesso a Sienna che avrei fatto un film apposta per lei”, ha raccontato Tobeck. Il regista ha anche tranquillizzato la sua star: “Non pensava di riuscire a farcela, ma le ho detto: vai tranquilla, puoi portare questo film sulle spalle”.
Il regista ha spiegato così il titolo di questo film:
“La ragione per cui ho detto Modern Woman, non è un’idea di fondo, ma vuol dire che non avrebbe mai pensato di avere dei limiti”. Tobeck sta lavorando a un progetto dedicato a Venezia: “È una città unica, è molto meglio di Cannes, non c’è nessun altro posto come Venezia”.
Ella e John – The Leisure Seeker
Primo film americano per Paolo Virzì, The Leisure Seeker, a interpretare questa meravigliosa storia d’amore Helen Mirren e Donald Sutherland. “Non avevo nulla in progetto e sono fiero di appartenere alla comunità dei cineasti italiani, The Leisure Seeker è nato con un gruppo di amici sceneggiatori e produttori e volevo scrivere un copione su una storia d’amore che avesse per protagonisti due ribelli e sovversivi”, ha raccontato il regista livornese.
Protagonisti Donald Sutherland ed Helen Mirren, Paolo Virzì spiega in inglese il loro coinvolgimento: “Hanno detto entrambi sì, non potevo non farlo portando come il mio modo di vedere la vita, sapendo anche che sia Helen che Donald hanno un legame con l’Italia”.
The Leisure Seeker è ambientato nell’America del 2016 alla vigilia del voto e può contare sui riferimenti culturali di Ernest Hemingway e Henri Melville: “Mi servivano per definire i personaggi, ma non potevo sapere che Trump avrebbe vinto le elezioni”.
A 41 anni da Casanova di Fellini, Donald Sutherland riprende a lavorare con un regista italiano: “Paolo non mi sembrava italiano, non lo capivo mentre parlava, e ha una visione universale”. Dieci anni fa Helen Mirren vinse la Coppa Volpi per The Queen: “Essere una regina è bellissimo, Ella in un certo senso è la regina del Leisure Seeker”.
A Helen Mirren è piaciuto anche molto il modo di dirigere di Paolo Virzì: “Questo film l’avrebbe potuto fare solo lui, mi è piaciuto molto la sua visione dell’american way of life e la sua sensibilità”.
Ella ha un tumore in stato terminale, mentre John ha l’Alzeihmer, il film di Paolo Virzì affronta con estrema delicatezza il tema della fine vita ed è anche una riflessione sulla carriera dei due grandissimi attori. “Avrei voluto avere la forza di Ella nell’affrontare la fine della vita e spero di poter essere così”.
I due attori sono fortemente legati all’Italia: “Ho girato Caligola con Tinto Brass solo perché era girato in Italia. Ho amato La Strada e L’Avventura e Sophia Loren, Claudia Cardinale e Anna Magnani sono per me delle divinità”, ha spiegato Mirren.
Paolo Virzì è intervenuto sulla tematica del fine vita: “Questo film ha a che fare con la scelta della vita, sulla scelta di vivere una vita insieme. Soprattutto negli USA dove quando si raggiunge lo stato di salute di Ella e John si finisce per avere l’attenzione solo delle compagnie assicurative. È ovvio che si parla anche di libertà di scelta e della dignità. Ella decide anche per John solo quando lui gli svela che condivide il suo punto di vista, e sono sicuro che anche i figli l’abbiano accettato”.