Il terzo giorno a Venezia, protagonista la stella Lady Gaga, la cantante e artista americana è stata al Lido a presentare A Star Is Born, il film diretto da Bradley Cooper che la vede assoluta protagonista. Al Lido anche Oliver Assayas che in Concorso presenta Doubles Vies, un incrocio di vite che è anche una dura critica sul mondo dell’arte di oggi.
A Star is Born è il terzo remake di È nata una stella, Lady Gaga riprende il ruolo che fu di Judy Garland prima e di Barbra Streisand poi. Ally ha una grandissima passione per la musica, ma non è riuscita ancora a sfondare, Jack è un cantante country che ormai ha più passione per l’alcool e le droghe che per la musica. Una sera, dopo un concerto, Jack è alla ricerca dell’ultimo goccio e s’imbatte in Ally, travestita da Edith Piaf che interpreta La Vie En Rose e fra i due è colpo di fulmine.
Jack la invita sul palco del suo prossimo concerto e i due di esibiscono: per Jack è un ritorno di fiamma, mentre per Ally è il lancio a una carriera di successo, aiutata dal manager Rafi. Album, video, cartelloni pubblicitari, coreografie e nomination ai Grammy, la carriera di Ally scorre velocemente, ma a farne le spese è soprattutto Jack, sempre più vicino alla bottiglia e sempre più chiuso in se stesso. Riuscirà la forza dell’amore di Ally a salvarlo?
Lady Gaga esordisce come attrice, anche se a dire il vero la protagonista assoluta del film è la sua voce stupenda, e convince. Anche Bradley Cooper è ottimo nella parte del suo mentore e amante, ma è meno convincente come regista che come attore. A rendere positivo il terzo remake, la colonna sonora ad hoc di Lady Gaga e l’aver traghettato ai giorni nostri ai tempi delle visualizzazioni su YouTube e i momenti “meme” dei Grammy.
“Non ho mai pensato a renderlo originale, sapevo che dovevo rendere la storia autentica”, ha raccontato l’attore qui nella triplice veste di attore, produttore e regista.
L’arte è protagonista anche del film Doubles Vies di Olivier Assayas, il regista fra gli altri di Personal Shopper e Sils Maria, protagonista della storia è Alain, editore parigino che dubita se far diventare digitale la centennale casa editrice fondata dai suoi avi e se pubblicare l’ennesimo libro dell’astro nascente dell’editoria Léonard. La compagna di Alain, Selena, attrice la pensa in modo diverso.
In un intreccio di vite, storie d’amori e tradimenti, Assayas realizza un film diverso dai suoi precedenti e che analizza la digitalizzazione del mondo dell’arte, un inevitabile destino:
“Doubles Vies non vuole affrontare la tematica della new economy, ma preferisce osservare come queste questioni ci sconvolgono personalmente, emozionalmente e qualche volta anche scherzosamente”.
Anche se fitto di dialoghi, il film di Assayas scorre divinamente ed è una gioia per la vista.