Nuovo blitz di Graziano Cecchini alla Fontana di Trevi. Oggi alle 17 circa l’uomo si è introdotto nel vascone centrale della Fontana di Trevi con una tanica piena di colorante rosso, riuscendo a versarne una piccola quantità prima dell’immediato intervento degli agenti di Polizia Locale in servizio nell’area.
L’uomo è stato portato immediatamente presso il comando di via della Greca, dove tutt’ora si trova in stato di fermo per identificazione.
L’autore del gesto è, appunto, Graziano Cecchini, sedicente artista futurista, che già in passato colorò il capolavoro progettato da Nicola Salvi il 19 ottobre 2007. L’uomo è entrato dentro la vasca da un ingresso laterale con un secchio di vernice indossando una maglietta con la scritta “Pacta servanda sunt”.
Dalle prime analisi si conferma che la tempestività dell’intervento degli agenti è stata determinante per evitare che grosse quantità di pigmento entrassero in circolo macchiando la parte alta del monumento.
Sul posto, oltre al Sovrintendente Capitolino e il Comandante Generale Diego Porta. Altre indagini sono in corso sulle circostanze dell’evento.
La rivendicazione. «Dieci anni sono passati dalla prima Fontana di Trevi e in 10 anni poche cose sono cambiate, molte delle quali in peggio. Io ho sempre creduto nelle forme di arte che emozionano e comunicano stupore, sentimento, reazione. Oggi Roma ha bisogno di reagire, di svegliarsi da questo falso torpore e gridare ‘Non ci sto più!’». Con un post su Facebook Graziano Cecchini, che si autodefinisce neofuturista, ha rivendicato il blitz a Fontana di Trevi.
«Roma è sempre stata lo specchio del Paese e oggi Roma è spenta – prosegue Cecchini nel suo post – addormentata in mezzo alla sua sporcizia e la sua corruzione…Ci si abitua a tutto ed è quello che vogliono: farci assuefare poco a poco al peggio, per non farci più ascoltare il rumore delle proteste di chi non ha voce. Un anno fa assistevamo alle promesse dei politici alle zone terremotate, oggi nessuno risponde alle popolazioni in difficoltà». «Non possiamo rimanere in silenzio, io non potevo rimanere in silenzio – aggiunge – A 10 anni di distanza ripeto la mia performance per tentare di scuotere gli animi, accetto il rischio di alzare la voce io per tutti coloro che pensano che ‘non serve più’, ‘non serve a nullà. Fontana di Trevi torna a tingersi di rosso, in piena e assoluta sicurezza del monumento, per gridare che Roma non è morta, che è viva e che è pronta a tornare ad essere la Capitale dell’Arte, della Vita, della Rinascita». «In 10 anni l’immagine di Fontana di Trevi con le acque dipinte di rosso ha fatto il giro del mondo, ha fatto discutere e, sorpassata l’idea del ‘vandalismò, è stata finalmente compresa la forza del messaggio che univa, e unisce, Arte, Comunicazione e Azione Sociale. Pacta servanda sunt», conclude.